L'Italia ha 225 diocesi: troppe?
ARIANO E LE DIOCESI "PICCOLE"
La nomina del nuovo vescovo campano riapre il caso di eventuali accorpamenti. Nuovi nunzi in Pakistan e Malta
Dopo Rieti arriva oggi un'altra "micronomina": don Sergio Melillo, 59 anni, vicario generale della diocesi di Avellino, è il nuovo vescovo di Ariano Irpino. La sede era vacante da marzo 2014 per il trasferimento di mons. D'Alise a Caserta, conta 70.000 fedeli ed era in odore di soppressione.
Se è vero quindi che c'è una sede vacante in meno, è anche vero che la situazione riapre la discussione sulla situazione italiana, tradizionalmente frammentata per motivi storici in circoscrizioni ecclesiastiche anche davvero ridotte. È necessario razionalizzare con accorpamenti progressivi, magari fissando un numero minimo di fedeli, oppure prestare attenzione ai singoli casi pur sapendo che questo metodo richiederà molto più tempo e molti più sforzi? L'ultima riorganizzazione, il decreto Instantibus Votis della Congregazione per i Vescovi del 1986, lasciò alla penisola 225 diocesi per 60 milioni (teorici) di fedeli. Moltissime, se paragonate all'organizzazione di Paesi che davvero sono il cuore della cristianità moderna, come il Sudamerica o la Polonia.
Sull'argomento si è espresso anche il card. Bagnasco, Presidente della CEI, che, rispondendo a una domanda a margine dell'ultima Assemblea Generale, ha detto: "Le diocesi fanno parte della nostra storia e tradizione ed esprimono la vicinanza della Chiesa e dei pastori che il Santo Padre continua a incoraggiare e sostenere. Ci sono sedi con 30-50.000 fedeli su territori molto estesi, ma il Santo Padre si rende conto di quello che noi percepiamo: lo Stato tende a razionalizzare, a togliere tutti quei gangli che formano reti di sostegno del tessuto sociale e molti dicono: 'Ci abbandonate anche voi?'", citando il caso di Urbino, in cui personalità eccellenti scesero in campo per evitare l'accorpamento della diocesi con Pesaro.
C'è però un altro dato da tenere presente: don Melillo era vicario ad Avellino, diocesi confinante con cui mantiene buoni rapporti. Sarebbe dunque la persona ideale se si dovesse pensare a un'unione tra le due sedi, con saldi legami con entrambi gli episcopati.
In Italia rimangono vacanti le arcidiocesi di Acerenza e Modena, le diocesi di Ozieri, San Miniato, Pitigliano e Tursi e l'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata. Sono oltre i limiti di età gli arcivescovi di Palermo, Bologna, Ancona, Potenza e Trento, il Vicario per Roma e i vescovi di Senigallia, Adria, Ales, Cuneo, Fossano, Pavia, Cremona, Pescia, Belluno, Pinerolo, Cerignola, Ragusa e Padova.
In settimana è stato nominato il nuovo nunzio apostolico a Malta: è una sorta di premio di fine carriera per Mario Roberto Cassari, 71 anni, da trenta nella diplomazia vaticana. Nella sua carriera è stato nunzio in Congo, Gabon, Costa d'Avorio, Niger, Burkina Faso, Croazia, Botswana, Sudafrica e Namibia.
Il nuovo nunzio in Pakistan è invece mons. Ghaleb Moussa Abdalla Bader, giordano, 63 anni, finora arcivescovo di Algeri. È molto raro il caso di un trasferimento da una sede metropolitana a un ruolo diplomatico. Rimangono vacanti le nunziature in Maurizio, Seychelles, Comore, La Riunione, R.D. Congo, Sao Tomé, Iraq, Giordania, Libia, Sudafrica, Botswana, Namibia, Lesotho e Swaziland. Sono oltre i limiti di età i nunzi in Svizzera, Liechtenstein e Monaco.
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