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80 ANNI PER I CARDINALI DE PAOLIS E CASTELLÒ

Il Sacro Collegio perde per ragioni anagrafiche due cardinali elettori, ultima variazione prevista per il 2015: sabato ha varcato la soglia degli 80 anni il card. Velasio de Paolis, Presidente emerito della Prefettura per gli Affari Economici della Santa Sede, oggi invece è stata la volta del card. Santos Abril y Castellò, spagnolo, Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Velasio De Paolis è nato il 19 settembre 1935 a Sonnino, vicino a Latina, nel basso Lazio. Nel 1958 entra nella Congregazione dei Missionari di San Carlo e viene mandato a Roma a completare i propri studi. Ottiene un dottorato in diritto canonico alla Pontificia Università Gregoriana, una licenza in teologia alla Pontificia Università S. Tommaso d'Aquino (Angelicum) e una laurea in legge all'Universita La Sapienza; viene ordinato sacerdote il 18 marzo 1961, a 26 anni, e comincia l'insegnamento di diritto canonico alla Gregoriana. Per tutti gli anni Ottanta e Novanta insegna diritto canonico alla Gregoriana e all'Urbaniana a Roma, diventando un esperto di fama internazionale.
Il 30 dicembre 2003, a 68 anni, viene nominato segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica ed elevato vescovo, venendo consacrato il 21 febbraio successivo dal card. Angelo Sodano, Segretario di Stato, assistito dall'arcivescovo Silvano Maria Tomasi e dal vescovo Francesco Saverio Salerno.

Dietro l'insigne canonista si cela una personalità molto decisa. In risposta all'assassinio di due sacerdoti in Turchia e Nigeria disse: "Abbiamo porto a sufficienza l'altra guancia, è nostro dovere proteggerci. L'Occidente ha stabilito relazioni con i Paesi arabi da mezzo secolo soprattutto per il petrolio, mentre non è riuscito a ottenere il minimo progresso nel campo dei diritti umani".
Il 12 aprile 2008, a 72 anni, mons. De Paolis viene elevato arcivescovo e nominato Presidente della Prefettura per gli Affari Economici della Santa Sede (l'equivalente del Ministro delle Finanze), succedendo al card. Sergio Sebastiani, ritiratosi per limiti di età.

Il suo nome balza nuovamente agli onori della cronaca quando rifiuta categoricamente di concedere il permesso per le riprese del film Angeli e Demoni, tratto dal romanzo di Dan Brown, nelle chiese di Roma. "Brown ha rivoltato il Vangelo per avvelenare la fede", tuonò, "sarebbe inaccettabile trasformare delle chiese in set cinematografici in modo che romanzi blasfemi diventino film in nome del business". Aggiunse che l'opera di Dan Brown feriva "i comuni sentimenti religiosi".

Nel 2010 ritornò anche membro della Segnatura, entrando anche come membro ordinario nella Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e il Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, incarichi decaduti due giorni fa. Benedetto XVI a luglio lo nomina Delegato Pontificio per la Congregazione dei Legionari di Cristo, dopo l'ammissione degli abusi da parte del fondatore da parte della stessa Congregazione, e il 20 novembre, a 75 anni, lo crea cardinale diacono di Gesù Buon Pastore alla Montagnola.

De Paolis propose subito una ridefinizione del ruolo dei Legionari di Cristo e della struttura interna dell'organizzazione, chiedendosi pubblicamente quante altre persone sapessero degli abusi di mons. Maciel e ammettendo che "trovare la verità non è così semplice", ma disse che il suo progetto di rinnovamento avrebbe richiesto almeno tre anni. Si mise al lavoro con quattro consiglieri, creando un comitato a cui sarebbero state indirizzate le lamentele e i reclami contro la Congregazione e un altro per la gestione degli affari economici. Estese le indagini in Spagna, a Valladolid, affidandole all'arcivescovo della città, mons. Ricardo Blazquez Perez (oggi cardinale), che passò al setaccio il ramo laico della Congregazione, il Regnum Christi.
Il 20 ottobre 2011 annunciò in una lettera pubblica che i frutti dell'indagine spagnola avevano portato a una revisione delle norme del Regnum Christi, ma il Vaticano decise che gli ufficiali del Regnum erano direttamente sottoposti all'autorità della Legione e chiedevano a gran voce il mantenimento di una propria struttura di potere che rimanesse saldamente collegata alla Legione. Il cardinale ammise che "i problemi riguardanti il personale e la vita della comunità sembrano inizialmente tanti e impegnativi" e propose che il Regnum Christi mantenesse il legame con i Legionari, eccezion fatta per il gruppo laico, che ne sarebbe stato separato.
 Una settimana dopo fu riportata la notizia che molti membri avevano lasciato l'ordine, non credendo che il Vaticano avrebbe apportato decisive riforme. De Paolis rispose: "Il papa mi ha affidato l'incarico di aiutare l'ordine e riscriverne le norme, non di decapitarne i vertici per vendetta" e annunciò che non sarebbero state condotte ulteriori indagini sui crimini di mons. Maciel ("Non vedo quale bene se ne possa trarre. Rischieremmo piuttosto di trovarci intrappolati in una matassa senza uscita, visto che ci sono cose troppo private per la mia investigazione").
Le stime però parlavano di 70 sacerdoti su 280 e un terzo delle 900 consacrate pronti a lasciare l'Ordine (o che avevano chiesto del tempo per pensare al proprio futuro), ma il cardinale si difese dicendo che si era inserito nell'amministrazione dell'Ordine, aveva allargato la base decisionale e attuato un moderato ricambio ai vertici senza cacciare nessuno "perché è necessario che comprendano la complessa struttura della Legione, la sua cultura e le sue finanze. Il mio compito è convincerli ad attuare una riforma dall'interno".
Il 21 novembre 2011 chiese, in un'altra lettera pubblica, ai vertici di Regnum Christi di rendere pubblico il loro corpus normativo e impose nuove e più numerose regole, ma il Vaticano approvò le 128 originarie e non le oltre mille proposte dal cardinale, che annunciò una commissione per valutare le norme da aggiungere comunque al codice tra quelle da lui proposte.

Nel maggio 2011 divenne anche membro della Congregazione per le Cause dei Santi (incarico ora decaduto) e il 21 settembre, a 76 anni, lasciò per limiti di età la Prefettura a mons. Giuseppe Versaldi (oggi cardinale), fino ad allora vescovo di Alessandria. Versaldi è stato l'ultimo presidente religioso: dal suo trasferimento alla guida della Congregazione per l'Educazione Cattolica il 31 marzo 2015 l'organismo viene affidato a laici.

Nell'ottobre 2012 rivelò a Repubblica l'esistenza di un precedente per il perdono del papa a Paolo Gabriele, il maggiordomo papale colpevole di aver divulgato documenti riservati (il cosiddetto Vatileaks), disse che solo il pontefice poteva decidere ma "sento di poter dire che, dopo una piena confessione, il sincero rimorso e la certezza che il crimine non possa essere ripetuto, i papi hanno sempre garantito, in favore del condannato, misure dettate dalla misericordia, che è l'essenza della Chiesa, sempre vicina ai suoi figli anche se colpevoli".

Il 12 marzo 2013, a 77 anni, entrò nella Sistina come cardinale elettore nel Conclave che elesse papa Francesco. Definì "problematica" la presenza del card. Roger Michael Mahony, sebbene non ci fossero leggi che lo impedissero. In molti in realtà consideravano inappropriata la partecipazione del cardinale americano, arcivescovo emerito di Los Angeles, accusato dal suo successore, mons. Josè Horacio Gomez, di aver coperto casi di abusi sessuali su minori (mons. Gomez appoggiò però la presenza del suo predecessore a Roma).

Nel 2014 torna sulla questione dei Legionari, sostenendo che "uno dei punti chiave del nuovo statuto è una più chiara e accurata distinzione tra le assemblee su questioni interne ed esterne, quelle sacramentali e quelle, diciamo, disciplinari". La frase sembrò sottintendere che il nuovo statuto avrebbe permesso ai membri di scegliere il proprio confessore, rimuovendo la norma che riservava ai superiori la scelta; De Paolis disse che "i redattori hanno inserito questa norma per indicare che l'autorità non è qualcosa di arbitrario ma deve operare in comunione".

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Santos Abril y Castellò nasce ad Alfambra, Spagna, il 21 settembre 1935 ed è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Teruel e Albarracìn il 19 marzo 1960, a 24 anni. Viene mandato a Roma a proseguire gli studi, ottenendo un dottorato in scienze sociale alla Pontificia Universita S. Tommaso d'Aquino e uno in diritto canonico alla Pontificia Università Gregoriana. Entra quindi nella Pontificia Accademia Ecclesiastica, l'istituto che forma i diplomatici vaticani.

Dopo diversi incarichi in Turchia, Pakistan e nella Seconda Sezione della Segreteria di Stato, il 29 aprile 1985, a 49 anni, viene nominato nunzio apostolico in Bolivia ed elevato arcivescovo, ricevendo la consacrazione il 16 giugno successivo dal card. Agostino Casaroli, Segretario di Stato.
Rimane nunzio in Bolivia fino al 1989, poi gira il mondo a capo di varie nunziature. Dal 1989 al 1996 è nunzio in Camerun, prima di passare in Jugoslavia, dove è testimone del tragico scenario di guerra e uno dei più instancabili promotori di una soluzione pacifica.
Nel 2000 è a capo della nunziatura in Argentina, dove conosce il card. Bergoglio e assiste alla sua creazione a cardinale l'anno successivo. Nel 2003 torna nei Balcani come ambasciatore papale in Slovenia e Macedonia.

Il 22 gennaio 2011, a 75 anni, si ritira dagli incarichi diplomatici e viene nominato vice-Camerlengo e ad aprile entra nella Congregazione per i Vescovi.
Il 21 novembre 2011 viene nominato Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, succedendo al cardinale statunitense Bernard Francis Law, ritiratosi per limiti di età. A favorire la nomina, oltre al ricchissimo curriculum, la sua nazionalità: il Re di Spagna è per tradizione protocanonico della Basilica.

Il 18 febbraio 2012, a 76 anni, viene creato cardinale diacono di San Ponziano da Benedetto XVI e ad aprile entra nella Congregazione per le Cause dei Santi e in quella per l'Evangelizzazione dei Popoli. A luglio viene inviato in Albania come rappresentante pontificio alle celebrazione per il 950° anniversario della fondazione della diocesi di Sapë. Il 23 luglio 2012 cessa l'incarico di vice-Camerlengo, cedendo il testimone all'arcivescovo Pier Luigi Celata.

Il 15 gennaio 2014 viene nominato membro della commissione di cardinali chiamata a vigilare sullo IOR e a marzo viene eletto presidente.

Con l'uscita dei due porporati, il numero dei cardinali elettori scende a 118 e quello dei non elettori sale a 101, per un totale di 219.
Gli italiani diventano 25 elettori e 23 non elettori, per un totale di 48.
Gli spagnoli diventano 4 elettori e 7 non elettori, per un totale di 11 (i più numerosi europei dopo gli italiani).

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Cambio al vertice della nunziatura apostolica in Svizzera. In pensione l'arcivescovo Diego Causero, 75 anni, al suo posto l'arcivescovo americano Thomas Edward Gullickson, 65 anni, trasferito dalla nunziatura in Ucraina, ora vacante.

Uno spostamento che assume i toni dell'allontanamento. Mons. Gullickson infatti, parlando più da cittadino USA che da diplomatico, aveva ripetutamente attaccato la Russia per le vicende di guerra nell'ovest dell'Ucraina, arrivando anche a criticare la linea del papa.
Il 16 gennaio, commentando le parole di papa Francesco, che sosteneva che "essere cristiani non vuol dire fare figli come conigli", l'arcivescovo scrive su Twitter senza mezzi termini: "Il Papa ha completamente torto". Una settimana dopo, in seguito al duro discorso di inizio anno del Pontefice alla Curia Romana, allega un link a un articolo di Sandro Magister e scrive: "Il Papa sferza la Curia. Ma quanta differenza tra parole e azioni".
L'account Twitter del nunzio rimanda al blog personale, che a sua volta riporta sul sito web della nunziatura. Anche in politica la sua linea è ben lontana dalla neutralità: "Putin non può guidare il consenso post-Crimea in Russia".

Diego Causero è nato a Moimacco, vicino a Udine, il 13 gennaio 1940.
Il 7 aprile 1963, a 23 anni, viene ordinato sacerdote per l'arcidiocesi di Udine da mons. Giuseppe Zaffonato, ma prosegue gli studi a Roma, alla Pontificia Accademia Ecclesiastica.
Il 15 dicembre 1992, a 52 anni, viene elevato arcivescovo e nominato nunzio apostolico in Ciad, ricevendo la consacrazione il 6 gennaio successivo in S. Pietro dalle mani di Giovanni Paolo II, assistito dai cardinali Re e Rigali. Lo stesso giorno gli viene affidata anche la nunziatura in Repubblica Centrafricana e Congo, succedendo in quest'ultima all'arcivescovo Beniamino Stella (oggi cardinale e Prefetto della Congregazione per il Clero). Nel 1995 lascia la nunziatura in Congo.
Il 31 marzo 1999 viene trasferito alla nunziatura in Siria, all'epoca non ancora dilaniata dalla guerra. Il 10 gennaio 2004 viene nominato nunzio in Repubblica Ceca e infine il 28 maggio 2011 si accomoda nella facile nunziatura di Svizzera.

Thomas Edward Gullickson è nato a Sioux Falls il 14 agosto 1950.
Viene ordinato sacerdote il 27 giugno 1976, a 25 anni, da mons. Lambert Anthony Hoch, vescovo di Sioux Falls, ma continua gli studi a Roma ed entra nel corpo diplomatico della Santa Sede.
Il 2 ottobre 2004, a 54 anni, viene elevato arcivescovo e nominato nunzio apostolico in Trinidad e Tobago, Dominica, Saint Kitts and Nevis, Bahamas, Saint Lucia e Saint Vincent and Grenadines, ricevendo la consacrazione l'11 novembre successivo dall'arcivescovo Giovanni Lajolo (oggi cardinale). Il 15 dicembre gli vengono affidate anche le nunziature in Antigua e Barbuda, Barbados, Giamaica, Guyana, Suriname e Grenada. Il 21 maggio 2011 viene trasferito alla nunziatura in Ucraina, proprio nel periodo precedente allo scoppio del conflitto.

Il sito web della diocesi di Chisinau, in Moldavia, ha annunciato che il 20 luglio si è dimesso il nunzio apostolico in Romania e Macedonia, l'arcivescovo Francisco Javier Lozano, 71 anni.
Lozano è nato a Villaverde de Iscar, Spagna, il 28 novembre 1943 ed è stato ordinato sacerdote il 19 marzo 1968, a 24 anni, dal card. Antonio Samorè.
Entrato nella diplomazia vaticana, il 9 luglio 1994, a 50 anni, viene elevato arcivescovo e nominato nunzio in Tanzania, ricevendo la consacrazione il 25 luglio successivo dal card. Angelo Sodano, Segretario di Stato, assistito, fra gli altri, da mons. Carlos Amigo Vallejo, arcivescovo di Siviglia (oggi cardinale).
Il 20 marzo 1999 viene trasferito alla nunziatura in Repubblica Democratica del Congo. Dopo una parentesi biennale dal 2001 in Segreteria di Stato, il 4 agosto 2003 diventa nunzio in Croazia e dal 10 dicembre 2007 era nunzio in Romania e Moldavia.

È oltre il limite di età l'arcivescovo Luigi Travaglino, 76 anni, nunzio nel Principato di Monaco.
Sono vacanti le nunziature in Isole Maurizio, Seychelles, Comore, La Riunione,
Libia, Sudafrica, Botswana, Lesotho, Namibia, Swaziland, Kuwait, Bahrein, Yemen, Qatar, Emirati Arabi Uniti (oltre alla delegazione apostolica nella Penisola Araba), Senegal, Guinea-Bissau, Capo Verde, Mauritania, Romania, Moldova e Ucraina.

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È morto alle 6.40 di ieri il vescovo di Pescia, mons. Giovanni De Vivo, 75 anni, per una grave malattia.
De Vivo era nato il 20 marzo 1940 a Siena. Ordinato sacerdote il 15 marzo 1964, a quasi 24 anni, dal vescovo Francesco Niccoli, ricopre diversi ruoli nella sua diocesi, fino a diventare vicario generale.
Il 18 dicembre 1993, a 53 anni, viene nominato 15° vescovo di Pescia, ricevendo la consacrazione il 23 gennaio successivo dall'arcivescovo Gaetano Bonicelli. Delegato per il laicato tra i vescovi toscani, diventa cittadino onorario di Pescia nel gennaio 2015. A marzo aveva presentato le dimissioni per limiti di età.

Con la sua morte si aggrava la delicata situazione toscana. Dall'8 ottobre 2014 è vacante la diocesi di S. Miniato per il trasferimento di mons. Tardelli a Pistoia e dal 10 gennaio è vacante anche la sede di Pitigliano-Sovana-Orbetello per lo spostamento di mons. Guglielmo Borghetti, ora coadiutore ad Albenga-Imperia.

 In Italia sono vacanti l'arcidiocesi di Acerenza, S. Miniato, Pitigliano-Sovana-Orbetello, Tursi-Lagonegro, Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi e Pescia e l'abbazia di Grottaferrata.
Sono oltre i limiti di età gli arcivescovi di Palermo, Bologna (la nomina di entrambi è prevista dopo il Sinodo), Ancona-Osimo (rimarrà fino all'estate 2016), Potenza, Trento e Gaeta, il Vicario per Roma e i vescovi di Senigallia, Adria-Rovigo, Ales-Terralba, Cuneo, Fossano, Pavia, Cremona, Belluno-Feltre, Pinerolo (rimarrà fino al 2016), Cerignola-Ascoli Satriano, Ragusa, Andria e Fabriano-Matelica. Ha più di 75 anni anche un ausiliare di Milano.

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Il 14 settembre don Angelo de Donatis, 61 anni, è stato nominato vescovo ausiliare della diocesi di Roma. È l'ottavo ausiliare per il card. Vallini e avrà l'incarico di curare i sacerdoti diocesani.
De Donatis è nato a Casarano, in Puglia, il 4 gennaio 1954.
Ordinato sacerdote per la diocesi di Nardò-Gallipoli il 12 aprile 1980, a 26 anni, tre anni dopo viene incardinato nella diocesi di Roma.

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