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VACANTI ANCHE MESSINA ED ALBA

Mentre papa Francesco è negli USA a parlare al Congresso, in sua assenza vengono rese note dimissioni pesanti per lo scenario italiano. Se le dimissioni del vescovo di Alba erano state annunciate in abbondante anticipo dallo stesso mons. Lanzetti, 73 anni, precisando che si trattava di motivi di salute, quelle dell'arcivescovo di Messina sono un fulmine a ciel sereno: mons. Calogero La Piana di anni ne ha "appena" 62.

Giacomo Lanzetti è nato a Carmagnola, vicino a Torino, il 21 aprile 1942.
Il 1° ottobre 1953 entra nel Seminario minore a Giaveno, nel 1958 ha compiuto la vestizione clericale ed è passato al Seminario Maggiore di Torino-Rivoli. Durante il penultimo anno di teologia è stato inviato come assistente al Seminario Minore di Bra e l'anno successivo viene inviato per due anni a Roma al Pontificio Ateneo Salesiano per perfezionare i propri studi, diplomandosi in pedagogia catechistica nel 1967.
Il 26 giugno 1966, a 23 anni, viene ordinato sacerdote dal card. Michele Pellegrino, arcivescovo di Torino. Viene inviato come viceparroco prima a Santena e poi alla parrocchia della Madonna della Divina Provvidenza a Torino. Nel 1976 fonda la nuova parrocchia di S. Benedetto Abate, diventandone il primo parroco. Nel 1994 il card. Giovanni Saldarini lo nomina assistente diocesano di Azione Cattolica, mantenendo l'incarico di parroco di S. Benedetto e nel 2000 il card. Severino Poletto lo vuole vicario episcopale per la città di Torino e nel 2001 vicario generale dell'arcidiocesi lasciando, dopo ventisei anni, la parrocchia che lui stesso aveva fondato.
Il 21 giugno 2002, a 60 anni, viene nominato vescovo ausiliare di Torino e consacrato in cattedrale il 20 luglio successivo dal card. Severino Poletto insieme al vescovo Guido Fiandino (assistette anche l'arcivescovo Paolo Romeo, oggi cardinale).
Il 29 settembre 2006 diventa vescovo della diocesi di Alghero-Bosa, in Sardegna e il 28 giugno 2010, a 67 anni, torna in Piemonte come vescovo di Alba. Il 16 luglio aveva annunciato pubblicamente di aver presentato le sue dimissioni alla Santa Sede per motivi di salute.

Calogero La Piana è nato a Riesi, vicino a Caltanissetta, il 27 gennaio 1952.
Ha frequentato un istituto professionale, ottenendo la qualifica di meccanico tornitore e nel 1973 ha conseguito il diploma di liceo scientifico. A settembre dello stesso anno comincia il noviziato con i Salesiani a Lanuvio, nei pressi di Roma, e l'anno seguente emette la sua prima professione religiosa, prima di entrare all'Istituto Teologico "San Tommaso" di Messina, con il biennio di praticantato previsto dalla formazione salesiana all'istituto "Gesù Adolescente" a Palermo, gestito dalla Congregazione, lavorando come assistente, animatore e insegnante.
Nel 1980 emette i voti perpetui e l'anno successivo ottiene il Baccalaureato in teologia, a aprile diventa diacono e l'8 agosto viene ordinato sacerdote a Riesi. Consegue la licenza in teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana a Roma nel 1983 e l'anno dopo la laurea. Comincia l'insegnamento proprio all'Istituto "San Tommaso" alla cattedra di ecclesiologia, antropologia teologica e teologia pastorale, diventando anche preside dell'Istituto per sei anni. Nel settembre 1999 diventa Ispettore dell'Ispettoria Salesiana Sicula.
Il 15 novembre 2002, a 50 anni, viene nominato vescovo di Mazara del Vallo e viene consacrato il 6 gennaio successivo in S. Pietro da Giovanni Paolo II. Il 18 novembre 2006 viene promosso alla sede arcivescovile di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela; il suo unico vescovo ausiliare è mons. Francesco Montenegro, oggi cardinale e arcivescovo di Agrigento.
Le dimissioni sarebbero state presentate per motivi di salute, anche se alcuni sostengono che la sua amministrazione abbia creato una voragine nel bilancio diocesano (era siciliano anche il vescovo di Trapani, mons. Miccichè, sollevato da Benedetto XVI per motivi economici). La decisione è un fulmine a ciel sereno nell'isola, impegnata nella difficile successione al card. Romeo a Palermo: mons. La Porta aveva annunciato una visita di tutte le parrocchie dell'arcidiocesi, che si sarebbe dovuta concludere nel 2020, e l'agenda dell'arcivescovo era definita almeno fino a dicembre.

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È tornato a far parlare di sè il card. Godfried Danneels, arcivescovo emerito di Malines-Bruxelles. Il porporato ha dichiarato in un'intervista di aver coordinato un pool di alti prelati che si opponesse alla linea del card. Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e che cercò di pilotare l'esito del Conclave del 2005.
Se la seconda affermazione non è niente di straordinario (in tutte le elezioni papali ci sono stati gruppi più o meno grandi che hanno orchestrato l'esito degli scrutini), la prima fa molto più riflettere: è la prima volta che un cardinale ammette pubblicamente la sua segreta ma attiva opposizione alla linea del Pontefice. Nel 2005 Danneels fu uno dei più strenui sostenitori della candidatura del card. Bergoglio, che però si tirò indietro dopo alcune votazioni, aprendo le porte all'ascesa di Ratzinger.
Per anni il pool si sarebbe riunito all'abbazia di San Gallo, in Svizzera, per preparare la rivincita, attuata nel 2013 con l'elezione di Francesco. Danneels definisce il gruppo un "mafiaclub" e rivela anche i nomi degli altri membri: il card. Carlo Maria Martini, il card. Basil Hume (oggi defunti), il card. Walter Kasper, il card. Karl Lehmann, il card. Achille Silvestrini e il vescovo olandese Adriaan Van Luyn.
Non a caso, proprio il porporato belga comparve sulla Loggia di San Pietro a fianco del neoeletto papa. Il card. Danneels aggiunge così un'altro tassello alla controverss figura che si è costruito nel corso degli anni: di posizioni fin troppo progressiste (avrebbe scritto al re del Belgio per convincerlo a firmare la legge che permette l'aborto), è stato nuovamente invitato personalmente da papa Francesco al Sinodo di ottobre.

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