Non si ferma la valanga di nomine eccellenti che ha cambiato settori determinanti della Chiesa tra ottobre e novembre. Il 6 novembre è arrivata la nomina del nuovo arcivescovo di Bruxelles: fuori mons. Lèonard, 75 anni, silurato dopo appena un quinquennio, dentro mons. Josef de Kesel, 68 anni, finora vescovo di Bruges. A Barcellona invece si ritira il card. Lluis Martinez Sistach, 78 anni, e gli subentra mons. Juan Josè Omella Omella, trasferito da Calahorra y La Calzada - Logrono. Il 12 novembre ha presentato infine le dimissioni per limiti di età il card. Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington.
La questione belga è la più intrigante. A maggio arrivano le dimissioni per limiti di età di mons. Lèonard, in carica appena dal 2010. Già a giugno arriva la comunicazione informale che non ci sarà nessuna proroga e che l'iter di selezione del successore sarà terminato a breve. Un mandato di appena cinque anni per un arcivescovo metropolita, che è anche il capo della Chiesa belga, è pochissimo e i dubbi sulla sua sostituzione frettolosa sono sempre di più.
In particolare, molti ritengono ci sia la mano del card. Godfried Danneels, predecessore di Lèonard a Bruxelles e figura da sempre controversa, ritenuta responsabile di un affossamento della Chiesa belga e recentemente reo confesso di opposizione prima all'elezione di Benedetto XVI nel 2005 e poi al suo pontificato (ogni gruppo segreto di cardinali in opposizione al Pontefice è proibito dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II).
Insomma, perché tanta fretta? Un vescovo promosso alla dignità arcivescovile a 70 anni meriterebbe una proroga per svolgere un ministero pastorale di durata dignitosa. E invece no. Non gli è stata nemmeno concessa la berretta cardinalizia sia da Benedetto XVI che da Francesco, pur essendo Malines-Bruxelles sede cardinalizia da lungo tempo.
La successione era incerta tra mons. De Kesel e mons. Johan Bonny, 60 anni, vescovo di Anversa. L'ago della bilancia sarebbe stato proprio il card. Danneels, che, insieme all'allora nunzio apostolico Rauber (oggi cardinale), cinque anni fa lo aveva candidato espressamente, ponendo come valida alternativa un suo vescovo ausiliare.
Un'ipotesi è anche quella di un tandem. Quando mons. De Kesel presenterà dimissioni, mons. Bonny avrà 68 anni, l'età giusta per la promozione.
A Barcellona invece è tutto più semplice. Il quarto cardinale ad andare in pensione nel 2015 (dopo Grocholewski, Caffarra e Romeo, il terzo in due settimane) è Lluis Martinez Sistach, 78 anni. Anche nel caso della Catalogna, non si tratta di una nomina a lungo termine: appena 6 anni (in Belgio sono 7).
Viene sostituito da un vescovo esperto, mons. Juan Josè Omella Omella, 69 anni, che tra due anni potrebbe essere creato cardinale. A Calahorra ha lasciato un ottimo ricordo, ora il suo compito è guidare Barcellona in un periodo travagliato (proprio ieri è stato avviato l'iter per l'indipendenza).
In Spagna nè Madrid nè Barcellona sono ora guidate da cardinali, nè lo saranno almeno fino al 2017. Ora sono Valencia e Valladolid le sedi che per Roma contano di più, ma sicuramente un cardinale spagnolo sarà creato nel prossimo concistoro, anche alla luce dell'uscita del card. Castellò dagli elettori a settembre.
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André Lèonard è nato a Jambes, vicino a Namur, il 6 maggio 1940.
E' il primo di quattro fratelli, tutti diventati poi sacerdoti. Il padre muore pochi mesi dopo, caduto al fronte durante l'invasione tedesca del Belgio. Dopo gli studi al collegio "Notre-Dame de la Paix" a Namur, il vescovo lo raccomanda al seminario "Leone XIII" a Lovanio, dove ottiene la laurea in filosofia. Continua gli studi a Roma, dove ottiene una laurea in teologia al Pontificio Collegio Belga.
Viene ordinato sacerdote il 19 luglio 1964, a 22 anni, da mons. André-Marie Charue, vescovo di Namur. Dopo l'ordinazione, ottiene anche la licenza in teologia sacra alla Pontificia Università Gregoriana e, nel 1974, un dottorato in filosofia all'Università Cattolica di Lovanio. Fino al 1991 insegna nel dipartimento di filosofia a Lovanio e diventa membro della Commissione Teologica Internazionale.
Il 7 febbraio 1991, a 50 anni, viene nominato vescovo di Namur e consacrato il 14 aprile successivo dal card. Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles. Da sempre descritto come un pastore dalla visione teologica rigidamente tradizionalista, il suo ministero si è focalizzaro soprattutto sui giovani e sulla promozione delle vocazioni (nel 2010, 35 dei 71 seminaristi belga studiavano a Namur). Aggiunse al suo nome "Mutien" in onore di Mutien-Marie Wiaux, un sacerdote belga considerato esempio di santità.
Da subito si caratterizza per un forte temperamento impulsivo, che lo ha portato più volte a dover correggere dichiarazioni scottanti. Nel 2007, ad esempio, dichiarò: "Come diceva Freud, l'omosessualità è uno stadio non perfettamente sviluppato della sessualità umana che contraddice la sua stessa logica intrinseca. Gli omosessuali hanno incontrato un blocco nel loro normale sviluppo psicologico, che li ha resi anormali. So che tra qualche anno rischierò la prigione dicendo queste cose". Accusato di violare il l'Anti-Discrimination Act, approvato in Belgio nel 2003, mons. Lèonard si affrettò a correggere, definendo anormali i comportamenti, non le persone. Due anni dopo, un tribunale non considerò discriminanti le sue dichiarazioni. In un'intervista successiva, mons. Lèonard dichiarò: "L'omosessualità non è sesso normale, così come l'anoressia non è un appetito normale. Io non definirei mai un anoressico anormale".
Il 18 gennaio 2010, a 69 anni, viene nominato arcivescovo di Malines-Bruxelles, succedendo al card. Godfried Danneels, ritiratosi per limiti di età. Annunciò come linee guida vocazioni, liturgia e impegno nel sociale. La sua nomina fu vista da molti come un argine all'eccessivo liberalismo del card. Danneels, reo di non essersi opposto (o addirittura di aver favorito) la legalizzazione dei matrimoni omosessuali e dell'eutanasia. Dopo la nomina, abbandonò il nome Mutien e assunse quello di Joseph, patrono dell'arcidiocesi.
Le reazioni alla sua promozione non furono entusiaste. Il ministro della salute Laurette Onkelinx disse che il card. Danneels era un uomo di grande apertura e che in ogni caso Chiesa e Stato in Belgio sono separate, mentre mons. Lèonard aveva contestato in più occasioni l'operato del Parlamento; il fatto che il nuovo arcivescovo fosse contrario ad aborto, eutanasia e contraccettivi avrebbe potuto compromettere i rapporti tra istituzioni. Un'inchiesta rivelò che le posizioni del clero belga erano in larga parte distanti da quelle dell'arcivescovo.
Mons. Lèonard fu anche coinvolto nel più grande caso mediatico di natura religiosa che il Belgio ricordi. Nell'aprile 2010 mons. Roger Vangheluwe, vescovo di Bruges, si dimette, confessando di aver abusato per anni del nipote. Il mese successivo la polizia perquisisce sia il Palazzo Arciepiscopale di Malines sia la residenza del card. Danneels, ma anche gli uffici della neocostituita commissione per gli abusi su minori, voluta dallo stesso Lèonard. La possibilità che mons. Lèonard avesse coperto il caso fu scartata praticamente subito e il papa espresse la sua vicinanza per l'accaduto.
Nel gennaio 2011 fu tra i primi membri del neo-costituito Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Le sue dichiarazioni dai toni forti hanno portato, in cinque anni, due dei dieci vescovi belga e il premier cattolico Yves Leterme a prendere pubblicamente le distanze. Alla fine del 2010, mentre celebrava messa, un uomo salì sull'altare e gli lanciò in faccia una torta alla ciliegia. A novembre il suo portavoce si dimise per diversità di vedute ("A volte mons. Lèonard si comporta come quelle persone che prendono l'autostrada contromano e pensano che siano tutti gli altri a sbagliare"). Mons. Lèonard, dopo le ammissioni del predecessore, disse che non solo la Chiesa ma ogni settore professionale doveva contribuire a risarcire le vittime di abusi sessuali perché tali fatti non erano monopolio esclusivo della Chiesa.
La sua più famosa dichiarazione risale a ottobre 2010. "L'AIDS è una sorta di intrinseca giustizia. A volte le conseguenze sono collegate alle nostre azioni". Quando disse che privare i sacerdoti accusati di abusi sessuali del diritto al sacerdozio fosse "una sorta di vendetta", fu corretto addirittura dal vescovo di Anversa, mons. Johan Bonny: "E' il suo punto di vista personale, non quello della Chiesa".
Jozef De Kesel è nato il 17 giugno 1947 a Gent.
A diciotto anni è entrato nel seminario di Gent e ha ottenuto una laurea in lettere e filosofia all'Università Cattolica di Lovanio. Ha poi studiato per quattro anni alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, ottenendo prima la licenza, poi (1977) il dottorato in teologia.
E' stato ordinato sacerdote il 26 agosto 1972 per la diocesi di Gent dal vescovo, mons. Leo-Karel Jozef De Kesel. Ha iniziato una brillante carriera accademica in campo filosofico in vari atenei del Belgio, fino ad ottenere nel 1989 la cattedra in cristologia all'Università Cattolica di Lovanio. Nel 1992 diventa vicario episcopale.
Il 20 marzo 2002, a 54 anni, viene nominato vescovo ausiliare di Malines-Bruxelles e consacrato il 26 maggio successivo dal card. Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles. Viene nominato vicario episcopale per Bruxelles.
Il 10 luglio 2010, a 63 anni, viene trasferito alla sede di Bruges, in seguito alle dimissioni di mons. Vangheluwe. A settembre invitò la Chiesa a riflettere sul celibato sacerdotale: "Ci sono preti celibi, ma dobbiamo concedere anche a coloro per cui il celibato è impossibile la possibilità di diventare sacerdoti". In effetti, un sondaggio ha rivelato che il 73% dei cattolici belga è favorevole.
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Lluis Martinez Sistach è nato il 29 aprile 1937 a Barcellona.
E' il primo dei sei figli di Juan Martinez Puig, rappresentante commerciale, e Maria Sistach Masllorens, casalinga. Ha trascorso la sua infanzia a Barcellona, nel quartiere Guinardò, dove vivono tuttora le sue due sorelle. Ha studiato al Collegio dell'Immacolata dei Fratelli Maristi ed è poi entrato nel Seminario Maggiore di Barcellona (1954).
E' stato ordinato sacerdote il 17 settembre 1961, a 24 anni, da mons. Gregorio Modrego y Casaus. Ha poi deciso di continuare gli studi a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana, dove ha ottenuto nel 1967 un dottorato in utriusque iuris (in diritto canonico e civile).
Il 20 marzo 1985, a 47 anni, è stato nominato vescovo ausiliare di Barcellona. Il 6 novembre 1987 viene elevato alla dignità episcopale, venendo consacrato il 27 dicembre successivo dal card. Narciso Jubany Arnau, arcivescovo di Bercellona.
Il 17 marzo 1991, a 53 anni, viene nominato vescovo di Tortosa e il 20 febbraio 1997, a 59 anni, viene promosso arcivescovo metropolita di Tarragona.
Il 15 giugno 2004, a 67 anni, viene nominato arcivescovo metropolita di Barcellona (la sede viene elevata a metropolitana il giorno stesso), succedendo per la seconda volta dopo Tortosa al card. Ricardo Maria Carles Gordò, ritiratosi per limiti di età.
Il 24 novembre 2007, a 70 anni, viene creato cardinale presbitero di San Sebastiano alle Catacombe da Benedetto XVI, che l'anno successivo lo nomina membro del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e dei Pontifici Consigli per i Testi Legislativi e per i Laici.
Accoglie il Pontefice nel 2010 nel suo viaggio apostolico a Barcellona e Santiago de Compostela e nel 2012 viene espressamente voluto dal papa alla XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, incentrato sulla nuova evangelizzazione.
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Juan Josè Omella Omella è nato a Teruel il 21 aprile 1946.
Dopo gli studi in vari collegi dei Padri Bianchi, è stato ordinato sacerdote il 20 settembre 1970, a 24 anni, a Saragozza. E' prima coadiutore, poi parroco e (1990) vicario generale dell'arcidiocesi di Saragozza; per un anno è stato missionario in Zaire.
Il 15 luglio 1996, a 50 anni, viene nominato vescovo ausiliare di Saragozza e consacrato il 22 settembre successivo da mons. Elias Yanez Alvarez, arcivescovo di Saragozza. Il 27 ottobre 1999, a 53 anni, diventa vescovo di Basbastro-Monzòn, esercitando per un periodo anche l'incarico di amministratore apostolico delle diocesi di Huesca e Jaca.
L'8 aprile 2004, a 57 anni, viene trasferito sulla sede di Calahorra y La Calzada-Logrono. E' presidente della Commissione per la Pastorale Sociale all'interno della Conferenza Episcopale Spagnola e dal novembre 2014 è membro della Congregazione per i Vescovi.
Il 26 dicembre prenderà possesso dell'arcidiocesi di Barcellona.
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Tra i cardinali che svolgono un ruolo residenziale, sono oltre i limiti di età il card. Lehmann, vescovo di Magonza, il card. Ortega y Alamino, arcivescovo de L'Avana, il card. Lopez Rodriguez, arcivescovo di Santo Domingo (79 anni), il card. Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida (78), il card. Van Nhon, arcivescovo di Ha Noi (77), il card. Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, il card. Suarez Inda, arcivescovo di Morelia, il card. Quevedo, arcivescovo di Cotabato, il card. Dsziwisz, arcivescovo di Cracovia, il card. Tong Hon, vescovo di Hong Kong, il card. Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, il card. Toppo, arcivescovo di Ranchi (76) e, da ieri, il card. Wuerl, arcivescovo di Washington (75).
La questione belga è la più intrigante. A maggio arrivano le dimissioni per limiti di età di mons. Lèonard, in carica appena dal 2010. Già a giugno arriva la comunicazione informale che non ci sarà nessuna proroga e che l'iter di selezione del successore sarà terminato a breve. Un mandato di appena cinque anni per un arcivescovo metropolita, che è anche il capo della Chiesa belga, è pochissimo e i dubbi sulla sua sostituzione frettolosa sono sempre di più.
In particolare, molti ritengono ci sia la mano del card. Godfried Danneels, predecessore di Lèonard a Bruxelles e figura da sempre controversa, ritenuta responsabile di un affossamento della Chiesa belga e recentemente reo confesso di opposizione prima all'elezione di Benedetto XVI nel 2005 e poi al suo pontificato (ogni gruppo segreto di cardinali in opposizione al Pontefice è proibito dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II).
Insomma, perché tanta fretta? Un vescovo promosso alla dignità arcivescovile a 70 anni meriterebbe una proroga per svolgere un ministero pastorale di durata dignitosa. E invece no. Non gli è stata nemmeno concessa la berretta cardinalizia sia da Benedetto XVI che da Francesco, pur essendo Malines-Bruxelles sede cardinalizia da lungo tempo.
La successione era incerta tra mons. De Kesel e mons. Johan Bonny, 60 anni, vescovo di Anversa. L'ago della bilancia sarebbe stato proprio il card. Danneels, che, insieme all'allora nunzio apostolico Rauber (oggi cardinale), cinque anni fa lo aveva candidato espressamente, ponendo come valida alternativa un suo vescovo ausiliare.
Un'ipotesi è anche quella di un tandem. Quando mons. De Kesel presenterà dimissioni, mons. Bonny avrà 68 anni, l'età giusta per la promozione.
A Barcellona invece è tutto più semplice. Il quarto cardinale ad andare in pensione nel 2015 (dopo Grocholewski, Caffarra e Romeo, il terzo in due settimane) è Lluis Martinez Sistach, 78 anni. Anche nel caso della Catalogna, non si tratta di una nomina a lungo termine: appena 6 anni (in Belgio sono 7).
Viene sostituito da un vescovo esperto, mons. Juan Josè Omella Omella, 69 anni, che tra due anni potrebbe essere creato cardinale. A Calahorra ha lasciato un ottimo ricordo, ora il suo compito è guidare Barcellona in un periodo travagliato (proprio ieri è stato avviato l'iter per l'indipendenza).
In Spagna nè Madrid nè Barcellona sono ora guidate da cardinali, nè lo saranno almeno fino al 2017. Ora sono Valencia e Valladolid le sedi che per Roma contano di più, ma sicuramente un cardinale spagnolo sarà creato nel prossimo concistoro, anche alla luce dell'uscita del card. Castellò dagli elettori a settembre.
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André Lèonard è nato a Jambes, vicino a Namur, il 6 maggio 1940.
E' il primo di quattro fratelli, tutti diventati poi sacerdoti. Il padre muore pochi mesi dopo, caduto al fronte durante l'invasione tedesca del Belgio. Dopo gli studi al collegio "Notre-Dame de la Paix" a Namur, il vescovo lo raccomanda al seminario "Leone XIII" a Lovanio, dove ottiene la laurea in filosofia. Continua gli studi a Roma, dove ottiene una laurea in teologia al Pontificio Collegio Belga.
Viene ordinato sacerdote il 19 luglio 1964, a 22 anni, da mons. André-Marie Charue, vescovo di Namur. Dopo l'ordinazione, ottiene anche la licenza in teologia sacra alla Pontificia Università Gregoriana e, nel 1974, un dottorato in filosofia all'Università Cattolica di Lovanio. Fino al 1991 insegna nel dipartimento di filosofia a Lovanio e diventa membro della Commissione Teologica Internazionale.
Il 7 febbraio 1991, a 50 anni, viene nominato vescovo di Namur e consacrato il 14 aprile successivo dal card. Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles. Da sempre descritto come un pastore dalla visione teologica rigidamente tradizionalista, il suo ministero si è focalizzaro soprattutto sui giovani e sulla promozione delle vocazioni (nel 2010, 35 dei 71 seminaristi belga studiavano a Namur). Aggiunse al suo nome "Mutien" in onore di Mutien-Marie Wiaux, un sacerdote belga considerato esempio di santità.
Da subito si caratterizza per un forte temperamento impulsivo, che lo ha portato più volte a dover correggere dichiarazioni scottanti. Nel 2007, ad esempio, dichiarò: "Come diceva Freud, l'omosessualità è uno stadio non perfettamente sviluppato della sessualità umana che contraddice la sua stessa logica intrinseca. Gli omosessuali hanno incontrato un blocco nel loro normale sviluppo psicologico, che li ha resi anormali. So che tra qualche anno rischierò la prigione dicendo queste cose". Accusato di violare il l'Anti-Discrimination Act, approvato in Belgio nel 2003, mons. Lèonard si affrettò a correggere, definendo anormali i comportamenti, non le persone. Due anni dopo, un tribunale non considerò discriminanti le sue dichiarazioni. In un'intervista successiva, mons. Lèonard dichiarò: "L'omosessualità non è sesso normale, così come l'anoressia non è un appetito normale. Io non definirei mai un anoressico anormale".
Il 18 gennaio 2010, a 69 anni, viene nominato arcivescovo di Malines-Bruxelles, succedendo al card. Godfried Danneels, ritiratosi per limiti di età. Annunciò come linee guida vocazioni, liturgia e impegno nel sociale. La sua nomina fu vista da molti come un argine all'eccessivo liberalismo del card. Danneels, reo di non essersi opposto (o addirittura di aver favorito) la legalizzazione dei matrimoni omosessuali e dell'eutanasia. Dopo la nomina, abbandonò il nome Mutien e assunse quello di Joseph, patrono dell'arcidiocesi.
Le reazioni alla sua promozione non furono entusiaste. Il ministro della salute Laurette Onkelinx disse che il card. Danneels era un uomo di grande apertura e che in ogni caso Chiesa e Stato in Belgio sono separate, mentre mons. Lèonard aveva contestato in più occasioni l'operato del Parlamento; il fatto che il nuovo arcivescovo fosse contrario ad aborto, eutanasia e contraccettivi avrebbe potuto compromettere i rapporti tra istituzioni. Un'inchiesta rivelò che le posizioni del clero belga erano in larga parte distanti da quelle dell'arcivescovo.
Mons. Lèonard fu anche coinvolto nel più grande caso mediatico di natura religiosa che il Belgio ricordi. Nell'aprile 2010 mons. Roger Vangheluwe, vescovo di Bruges, si dimette, confessando di aver abusato per anni del nipote. Il mese successivo la polizia perquisisce sia il Palazzo Arciepiscopale di Malines sia la residenza del card. Danneels, ma anche gli uffici della neocostituita commissione per gli abusi su minori, voluta dallo stesso Lèonard. La possibilità che mons. Lèonard avesse coperto il caso fu scartata praticamente subito e il papa espresse la sua vicinanza per l'accaduto.
Nel gennaio 2011 fu tra i primi membri del neo-costituito Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Le sue dichiarazioni dai toni forti hanno portato, in cinque anni, due dei dieci vescovi belga e il premier cattolico Yves Leterme a prendere pubblicamente le distanze. Alla fine del 2010, mentre celebrava messa, un uomo salì sull'altare e gli lanciò in faccia una torta alla ciliegia. A novembre il suo portavoce si dimise per diversità di vedute ("A volte mons. Lèonard si comporta come quelle persone che prendono l'autostrada contromano e pensano che siano tutti gli altri a sbagliare"). Mons. Lèonard, dopo le ammissioni del predecessore, disse che non solo la Chiesa ma ogni settore professionale doveva contribuire a risarcire le vittime di abusi sessuali perché tali fatti non erano monopolio esclusivo della Chiesa.
La sua più famosa dichiarazione risale a ottobre 2010. "L'AIDS è una sorta di intrinseca giustizia. A volte le conseguenze sono collegate alle nostre azioni". Quando disse che privare i sacerdoti accusati di abusi sessuali del diritto al sacerdozio fosse "una sorta di vendetta", fu corretto addirittura dal vescovo di Anversa, mons. Johan Bonny: "E' il suo punto di vista personale, non quello della Chiesa".
Jozef De Kesel è nato il 17 giugno 1947 a Gent.
A diciotto anni è entrato nel seminario di Gent e ha ottenuto una laurea in lettere e filosofia all'Università Cattolica di Lovanio. Ha poi studiato per quattro anni alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, ottenendo prima la licenza, poi (1977) il dottorato in teologia.
E' stato ordinato sacerdote il 26 agosto 1972 per la diocesi di Gent dal vescovo, mons. Leo-Karel Jozef De Kesel. Ha iniziato una brillante carriera accademica in campo filosofico in vari atenei del Belgio, fino ad ottenere nel 1989 la cattedra in cristologia all'Università Cattolica di Lovanio. Nel 1992 diventa vicario episcopale.
Il 20 marzo 2002, a 54 anni, viene nominato vescovo ausiliare di Malines-Bruxelles e consacrato il 26 maggio successivo dal card. Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles. Viene nominato vicario episcopale per Bruxelles.
Il 10 luglio 2010, a 63 anni, viene trasferito alla sede di Bruges, in seguito alle dimissioni di mons. Vangheluwe. A settembre invitò la Chiesa a riflettere sul celibato sacerdotale: "Ci sono preti celibi, ma dobbiamo concedere anche a coloro per cui il celibato è impossibile la possibilità di diventare sacerdoti". In effetti, un sondaggio ha rivelato che il 73% dei cattolici belga è favorevole.
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Lluis Martinez Sistach è nato il 29 aprile 1937 a Barcellona.
E' il primo dei sei figli di Juan Martinez Puig, rappresentante commerciale, e Maria Sistach Masllorens, casalinga. Ha trascorso la sua infanzia a Barcellona, nel quartiere Guinardò, dove vivono tuttora le sue due sorelle. Ha studiato al Collegio dell'Immacolata dei Fratelli Maristi ed è poi entrato nel Seminario Maggiore di Barcellona (1954).
E' stato ordinato sacerdote il 17 settembre 1961, a 24 anni, da mons. Gregorio Modrego y Casaus. Ha poi deciso di continuare gli studi a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana, dove ha ottenuto nel 1967 un dottorato in utriusque iuris (in diritto canonico e civile).
Il 20 marzo 1985, a 47 anni, è stato nominato vescovo ausiliare di Barcellona. Il 6 novembre 1987 viene elevato alla dignità episcopale, venendo consacrato il 27 dicembre successivo dal card. Narciso Jubany Arnau, arcivescovo di Bercellona.
Il 17 marzo 1991, a 53 anni, viene nominato vescovo di Tortosa e il 20 febbraio 1997, a 59 anni, viene promosso arcivescovo metropolita di Tarragona.
Il 15 giugno 2004, a 67 anni, viene nominato arcivescovo metropolita di Barcellona (la sede viene elevata a metropolitana il giorno stesso), succedendo per la seconda volta dopo Tortosa al card. Ricardo Maria Carles Gordò, ritiratosi per limiti di età.
Il 24 novembre 2007, a 70 anni, viene creato cardinale presbitero di San Sebastiano alle Catacombe da Benedetto XVI, che l'anno successivo lo nomina membro del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e dei Pontifici Consigli per i Testi Legislativi e per i Laici.
Accoglie il Pontefice nel 2010 nel suo viaggio apostolico a Barcellona e Santiago de Compostela e nel 2012 viene espressamente voluto dal papa alla XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, incentrato sulla nuova evangelizzazione.
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Juan Josè Omella Omella è nato a Teruel il 21 aprile 1946.
Dopo gli studi in vari collegi dei Padri Bianchi, è stato ordinato sacerdote il 20 settembre 1970, a 24 anni, a Saragozza. E' prima coadiutore, poi parroco e (1990) vicario generale dell'arcidiocesi di Saragozza; per un anno è stato missionario in Zaire.
Il 15 luglio 1996, a 50 anni, viene nominato vescovo ausiliare di Saragozza e consacrato il 22 settembre successivo da mons. Elias Yanez Alvarez, arcivescovo di Saragozza. Il 27 ottobre 1999, a 53 anni, diventa vescovo di Basbastro-Monzòn, esercitando per un periodo anche l'incarico di amministratore apostolico delle diocesi di Huesca e Jaca.
L'8 aprile 2004, a 57 anni, viene trasferito sulla sede di Calahorra y La Calzada-Logrono. E' presidente della Commissione per la Pastorale Sociale all'interno della Conferenza Episcopale Spagnola e dal novembre 2014 è membro della Congregazione per i Vescovi.
Il 26 dicembre prenderà possesso dell'arcidiocesi di Barcellona.
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Tra i cardinali che svolgono un ruolo residenziale, sono oltre i limiti di età il card. Lehmann, vescovo di Magonza, il card. Ortega y Alamino, arcivescovo de L'Avana, il card. Lopez Rodriguez, arcivescovo di Santo Domingo (79 anni), il card. Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida (78), il card. Van Nhon, arcivescovo di Ha Noi (77), il card. Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, il card. Suarez Inda, arcivescovo di Morelia, il card. Quevedo, arcivescovo di Cotabato, il card. Dsziwisz, arcivescovo di Cracovia, il card. Tong Hon, vescovo di Hong Kong, il card. Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, il card. Toppo, arcivescovo di Ranchi (76) e, da ieri, il card. Wuerl, arcivescovo di Washington (75).
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