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NUOVI VESCOVI A PADOVA E OZIERI

Sono don Claudio Cipolla e don Corrado Melis
NUOVI VESCOVI A PADOVA E OZIERI
Ritorna in auge la discussione sulle diocesi piccole. E mons. Mattiazzo vivrà in Africa

Arriva una potente scossa a svegliare l'estate addormentata delle diocesi italiane. A Padova va in pensione mons. Antonio Mattiazzo, 75 anni compiuti appena dal 20 aprile, succeduto da don Claudio Cipolla, 60 anni, del clero di Mantova. L'avvicendamento era stato annunciato a febbraio dal vescovo, che aveva indicato anche la data, il 18 giugno, festa di S. Gregorio Barbarigo. Dopo 26 anni a Padova mons. Mattiazzo andrà come semplice missionario nella prefettura di Robe, in Etiopia. Per la seconda volta la scelta del vescovo padovano è in controtendenza, andando a cadere su un presule esterno alla diocesi, cementando il legame con la chiesa mantovana (che pure deve affrontare il tema della successione episcopale). Don Cipolla non era tra i nomi dei "papabili", indicati in personalità in gran parte già appartenenti alla gerarchia episcopale: Carlo Roberto Maria Redaelli, vescovo di Gorizia; Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste; Andrea Bruno Mazzocato, vescovo di Udine; Giampiero Gloder, arcivescovo (come Mattiazzo), Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica e Vice-Camerlengo della Camera Apostolica; don Andrea Toniolo, responsabile degli insegnamenti religiosi e teologici della CEI; don Livio Melina, Presidente del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II. 
Antonio Mattiazzo nasce a Rottanova di Cavarziere, in Veneto, il 20 aprile 1940, da una famiglia originaria di Saletto, vicino a Padova. Entra ad appena undici anni nel seminario di Padova, venendo ordinato sacerdote il 5 luglio 1964, a 24 anni. Dopo un periodo di studio presso la Pontificia Università Lateranense, entra nella Pontificia Accademia Ecclesiastica, laureandosi nel 1968 e preparandosi a entrare nel corpo diplomatico della Santa Sede. Per nove anni (1971-1980) viaggia molto, al servizio delle nunziature in Nicaragua, Honduras, USA, Brasile e Francia. Viene poi richiamato in Vaticano come consigliere della Sezione per i Rapporti con gli Stati. 
Il 16 novembre 1985, a 45 anni, viene elevato arcivescovo e nominato nunzio apostolico in Costa d'Avorio e pro-nunzio in Burkina Faso e Niger in sostituzione dell'arcivescovo Garcìa, trasferito alla sede ONU di Ginevra. Viene consacrato nella cattedrale di Padova il 15 dicembre successivo dal card. Agostino Casaroli.
Il 30 dicembre 1988, a 64 anni e dopo appena 6 di mandato, colpito da un male incurabile, si spegne il 121° vescovo di Pavia, mons. Filippo Franceschi. Da subito manca l'accordo per il nome del successore. Una parte dell'episcopato veneto-friulano, guidato dal card. Cé, Patriarca di Venezia, e da mons. Battisti, arcivescovo di Udine e padovano di origine, spingeva per il vescovo di Vittorio Veneto, mons. Eugenio Ravignani. La CEI invece, guidata dal segretario generale mons. Camillo Ruini, preferiva il vescovo di Chioggia, mons. Sennen Corrà. Si parlò addirittura di P. Raniero Cantalamessa, ma da Roma scelsero per risolvere l'impasse il giovane nunzio Mattiazzo, che il 5 luglio 1989, a 49 anni, viene nominato 122° vescovo di Padova, conservando il titolo personale di arcivescovo. È segretario della Conferenza Episcopale Triveneta dal 1989 al 2003 e vicepresidente tra il 2011 e il 2012. Dal 2006 e vice-cancelliere della Facoltà Teologica del Triveneto. A febbraio aveva annunciato il suo ritiro per giugno, esprimendo la volontà di trascorrere gli ultimi anni come missionario in Etiopia, nella prefettura apostolica di Robe.
Gli succede don Claudio Cipolla, nato a Goito l'11 febbraio 1955. Nel periodo delle scuole medie entra nel seminario minore di Mantova, continuando gli studi nel seminario maggiore in età giovanile. Diacono dal 16 dicembre 1978, a 23 anni, viene ordinato sacerdote nella cattedrale di Mantova il 24 maggio 1980, a 25 anni, dal vescovo Carlo Ferrari. Parroco a Porto Mantovano, per diciotto anni è presidente della Caritas diocesana, dal 2008 è vicario episcopale per la pastorale. Dal 2011 é anche Cappellano di Sua Santità.
Da oggi, 60 anni, è il 123° vescovo di Padova. Oggi alle 12 il vescovo di Mantova, mons. Busti, ha ufficializzato la nomina, dicendo: "Perdo un valido collaboratore". Le prime parole del nuovo vescovo: "Sono consapevole di non essere all'altezza di una diocesi così bella e importante, ma cammineremo insieme, ascolteremo il Vangelo e i poveri".  Ha scelto come motto episcopale Coraggio, alzati, ti chiama.
La paura che papa Francesco voglia sopprimere le diocesi "piccole" e ridisegnare la mappa episcopale d'Italia si affievolisce sempre di più. Da oggi anche la diocesi di Ozieri, in Sardegna, 54mila abitanti appena e vacante da dicembre 2012, ha il suo nuovo vescovo. Si tratta di don Corrado Melis, 52 anni, originario di Ales e parroco di Villacidro. La sua nomina smentisce le voci di un accorpamento con la diocesi di Tempio-Ampurias (il vescovo Sebastiano Sanguinetti è amministratore apostolico) o di una soppressione. La conferma definitiva dell'abbandono dei piani di riorganizzazione avverrà solo dopo la nomina del nuovo arcivescovo di Acerenza, in Calabria, sede non metropolitana e vacante da quasi due anni, con un ridotto numero di fedeli.
Nato a Sardara l'11 marzo 1963, don Melis entra a undici anni nel seminario minore di Villacidro. Si diploma in teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna a Cagliari e viene ordinato sacerdote il 25 giugno 1988, a 25 anni, nella diocesi di Ales-Terralba. Viceparroco a Villacidro e parroco a Mogoro, è tornato nel 2011 come parroco titolare a Villacidro. Ha ricoperto molti incarichi in diocesi, come assistente diocesano dei giovani di Azione Cattolica, vicerettore del Seminario e direttore dell'ufficio catechistico diocesano.
In Italia sono vacanti l'arcidiocesi di Acerenza, le diocesi di San Miniato, Pitigliano-Sovana-Orbetello, Tursi-Lagonegro e Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. Sono oltre i limiti di età gli arcivescovi di Palermo, Bologna, Ancona, Potenza e Trento, il Vicario Papale per Roma e i vescovi di Senigallia, Adria-Rovigo, Ales-Terralba, Cuneo, Fossano, Pavia, Cremona, Belluno-Feltre, Pinerolo, Pescia, Cerignola-Ascoli Satriano, Ragusa e Andria (in settimana il vescovo Raffaele Calabro ha compiuto 75 anni).

Ieri ha annunciato le sue dimissioni per motivi di salute il vescovo di Alba, mons. Giacomo Lanzetti, 73 anni, vescovo dal 2010, dopo il trasferimento dalla guida della diocesi di Alghero. La sede non è ancora vacante, ma si attende la formalizzazione delle dimissioni con l'accettazione da parte della Santa Sede.

È quasi certo che il card. Karl Lehmann rimarrà vescovo di Magonza fino agli 80 anni, che cadranno a maggio 2016: è infatti arrivata la nomina del primo ausiliare per la sua diocesi. Il card. Lehmann guida la diocesi di Magonza dal 1983.

In Sierra Leone continua la battaglia del clero della diocesi di Makeni. Dopo anni di governo da parte di vescovi italiani, nel 2012 si ritira per anzianità mons. Giorgio Biguzzi, dei Padri Saveriani, e viene nominato il primo vescovo autoctono, mons. Henry Aruna, 47 anni. Ma la Santa Sede non ha fatto i conti con il tribalismo africano: il nuovo presule è infatti originario della confinante diocesi di Kenema e non viene accettato dalla comunità e dal clero, che arrivano addirittura a impedirgli l'ingresso in diocesi barricando la porta della cattedrale e a organizzare fiaccolate di protesta. A nulla è valsa la mediazione dell'arcivescovo di Freetown, mons. Charles. Il vescovo non ha mai preso possesso della diocesi nè ha mai potuto governarla nei fatti. Alla fine, la Santa Sede ha ceduto, almeno per il momento: mons. Aruna è stato assegnato alla sua diocesi di origine come ausiliare (e la diocesi di Kenema conta appena 15 parrocchie!) e l'ammiistratore apostolico, don Natale Paganelli, è stato insignito oggi della dignità episcopale, avviandosi forse a diventare il nuovo vescovo nei prossimi anni per ricomporre lo "scisma".

È infine mistero sulle dimissioni di mons. Antonio Carlos Altieri, arcivescovo di Passo Fundo, in Brasile. A 63 anni e dopo appena 3 di ministero, è stato invitato a dimettersi dopo una visita del card. Claudio Hummes, arcivescovo emerito di San Paolo e portavoce fidato del papa in America Latina. Sarebbero stati ascoltati dal cardinale i 72 sacerdoti diocesani, ma le motivazioni non sono state rese note nemmeno nella lettera di saluto dell'arcivescovo ai fedeli. 

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