Conclusi ieri i lavori della Commissione presieduta dal card. Ruini
LA CHIESA DECIDE SU MEDJUGORJE
Ora decisivo il Sant'Uffizio: probabile un'approvazione parziale che accontenti scettici e non
Emergono nuove ipotesi sui documenti che la Commissione incaricata di verificare la veridicità delle apparizioni di Medjugorje, presieduta dal card. Ruini e voluta da Benedetto XVI, ha trasmesso ieri alla Congregazione per la Dottrina della Fede, che ora stenderà un dettagliato rapporto e lo consegnerà nelle mani del papa prima dell'ufficializzazione dei risultati.
Papa Ratzinger nel 2010 volle mettere fine al dibattito interno al clero riguardo ai veggenti del paesino balcanico nominando un'apposita Commissione che ieri, come comunicato dal direttore della Sala Stampa vaticana Lombardi, ha concluso i suoi lavori dopo quasi quattro anni. Non sono previsti verdetti in tempi brevi, anche perché i documenti verranno esaminati insieme all'enorme mole di informazioni raccolta dal 1981, quando la Madonna si manifestò ai sei veggenti, ad oggi. L'episcopato sul tema è profondamente diviso: i vescovi locali sarebbero piuttosto scettici, non così i frati francescani che hanno in cura il santuario e nemmeno una personalità influente come l'arcivescovo di Vienna, card. Schonborn. Il papa, per parte sua, in un'omelia a Santa Marta ha detto che la Madonna "è madre, non un capoufficio della posta, impegnata a consegnare messaggi tutti i giorni", forse proprio in relazione alla periodicità delle visioni. Ora dunque la palla passa al neo-cardinale Muller, ma è probabile che si giunga a una soluzione di compromesso: approvazione sì, ma non in toto: è infatti assai difficile dare giudizi definitivi su un fenomeno ancora in corso, quindi forse il documento non suonerà come una sentenza; complicato anche prevedere come un'analisi basata solo su documenti e decisa a tavolino a Roma potrà effettivamente modificare il flusso di pellegrini verso la Bosnia-Erzegovina.
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