Alla vigilia del Sinodo, il Papa alle prese con vescovi, conservatorismo e bancarotte
TUTTI I GRATTACAPI DI FRANCESCO
Dimesso oggi il vescovo di Arundel e Brighton. Nuovo arcivescovo a Lubiana dopo il crack
Alla vigilia della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si aprirà domani mattina con una solenne celebrazione in Vaticano, sembra che papa Francesco abbia adottato pesanti provvedimenti per migliorare l'immagine della Chiesa e mondarla da alcuni dei suoi tanti e spinosi problemi.
Innanzitutto la pedofilia, male secolare per la Chiesa, per cui soffrì molto anche Benedetto XVI, accusato a più riprese di coprire religiosi colpevoli. Per la prima volta nella storia della Chiesa, un arcivescovo e nunzio apostolico, mons. Josef Wesolowski, è stato ridotto allo stato laicale e imprigionato, accusato di aver adescato minori in Repubblica Dominicana e di avere sul suo pc materiale pedopornografico. Ma il segnale che arriva dalla Santa Sede è di tolleranza zero non solo per chi commette abusi, ma anche per chi li copre e favorisce: questa settimana è stato infatti sollevato mons. Livieres Plano, vescovo di Ciudad del Este, in Paraguay, reo di aver reinserito nelle attività della diocesi un sacerdote accusato di abusi (motivazione che la Santa Sede non ha confermato, parlando di "rottura della comunione ecclesiale con gli altri vescovi locali"). Il problema della credibilità della figura dei vescovi ha toccato anche l'Inghilterra e ha suscitato molto più scalpore a Londra di quanto ne stia facendo in Italia. Questa volta i minori non c'entrano: mons. Kieran Thomas Conry, 64 anni, vescovo di Arundel e Brighton, è accusato di aver avuto relazioni con due donne nel periodo episcopale, cioè dal 2001 (quando fu chiamato a succedere ad Arundel a mons. Cormac Murphy O'Connor, nominato arcivescovo di Westminster e oggi cardinale) ad oggi. Una delle donne sarebbe stata sposata. La reazione non è stata tempestiva, ma con il decisivo avallo del card. O'Connor il vescovo non è stato rimosso ma si è forzatamente dimesso. In Slovenia i problemi sono invece di tipo economico. L'anno scorso il papa ha costretto a dimettersi i vertici dell'episcopato sloveno, rei di aver portato le diocesi e la struttura ecclesiastica del Paese sull'orlo del collasso economico. Dopo un anno di gestione vaticana, oggi il la Slovenia ha ricevuto il suo nuovo primate, mons. Stane Zore, 56 anni, dell'Ordine dei Frati Minori, nuovo arcivescovo di Lubiana. E sul tema della comunione ai risposati, l'impressione è che molto dipenderà dall'esito dei lavori sinodali: se passerà la linea di Francesco, è difficile che i suoi oppositori rimangano ai loro posti (il più complicato da rimuovere sarebbe il card. Muller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede). Ma si mormora che, in ogni caso, i porporati "ribelli" saranno trasferiti: al card. Scola potrebbe non essere concessa alcuna proroga per l'arcidiocesi di Milano fra due anni e il card. Burke migrerebbe dalla Segnatura Apostolica Vaticana a Malta con incarichi puramente onorifici. Ma queste sono solo supposizioni, è ora che parli il Sinodo.
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