Sono 20, di cui 15 elettori
ECCO I NUOVI CARDINALI
Confermata l'imprevedibilità di Francesco. Un solo curiale, due italiani e tanti extraeuropei
Oggi, durante l'Angelus, il papa ha annunciato per il 14 febbraio la creazione di 20 nuovi cardinali, 15 elettori e 5 non elettori. I nomi erano attesi già a fine dicembre, oppure per l'Angelus del 1° gennaio, come faceva Benedetto XVI, ma in generale è stata rispettata la prassi di un mese e mezzo circa di anticipo.
Il più prevedibile, e unico curiale, era mons. Dominique Mamberti, 62 anni, marocchino, da poco nominato prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica al posto del silurato card. Burke. Snobbati nomi come mons. Georg Gaenswein, pro-prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare di Benedetto XVI e gli arcivescovi Fisichella e Zymowski.
Per quanto riguarda l'Italia, Francesco è stato imprevedibile. Ancora una volta nessuna porpora per mons. Nosiglia, arcivescovo di Torino e pupillo del card. Poletto, suo predecessore, e per mons. Moraglia, patriarca di Venezia, molto stimato da Bergoglio. Saranno invece cardinali mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e, probabilmente, successore designato del card. Romeo sulla sede di Palermo, e mons. Edoardo Menichelli, 75enne arcivescovo di Ancona, che oggi si è detto incredulo ("Pazzesco, l'ho saputo solo all'Angelus") e che verrà molto probabilmente prorogato. Ancona diventa dunque nuova sede cardinalizia, dopo Perugia lo scorso anno, mentre non emergono indicazioni su chi quest'anno dovrà prendere il posto del card. Caffarra a Bologna. Per l'Europa, sarà cardinale, come da previsione, il patriarca di Lisbona, mons. Manuel Macario do Nascimento Clemente. In Spagna, mons. Sierra, arcivescovo di Madrid, dovrà attendere, e così pure gli arcivescovi di Toledo e Siviglia, tocca invece a mons. Ricardo Blazquez Perez, di stanza a Valladolid. Sempre parlando di soli elettori, due nuovi saranno africani, ma se l'arcivescovo di Addis Abeba (Etiopia), mons. Berhaneyesus Demerew Souraphiel, è comprensibile, è una vera sorpresa il primo cardinale nella storia di Capo Verde, mons. Arlindo Gomez Furtado, vescovo di Santiago. Tre nuovi cardinali dell'Estremo Oriente, mons. Xavier Kriengsak Kovitavanij, arcivescovo di Bangkok (Thailandia), sede cardinalizia, mons. Charles Myung Bo, arcivescovo di Yangon (Myanmar) e mons. Pierre Nguyen van Nhon, arcivescovo di Ha Noi. Torna così un cardinale elettore vietnamita, ma non è mons. Paul Bui Van Doc, arcivescovo di Ho Chi Minh. Oltre al card. Pell, ministro dell'Economia vaticano, altri due elettori dall'Oceania: sono mons. John Atcherley Dew, arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda) e, soprattutto, il primo cardinale delle Isole Tonga, mons. Soane Patita Paini Mafi, vescovo di Tonga, che diventerà il più giovane elettore (53 anni), il primo nato negli anni '60.
Un'altra grande sorpresa è l'assenza di americani. Niente porpora per i numerosi candidati USA, da Detroit a Baltimora, da Filadelfia a Los Angeles, e nemmeno per l'unico canadese in lizza, l'arcivescovo di Montreal. Al ricco nord viene largamente preferito il sud, vero polmone del cattolicesimo mondiale. Niente brasiliani (anche in questo caso i candidati abbondavano, da Brasilia a Fortaleza), saranno invece cardinali mons. Alberto Suarez Inda, arcivescovo di Morelia (Messico), mons. Daniel Fernando Sturla Berhouet, arcivescovo di Montevideo (Uruguay), e mons. Josè Luis Macunda Maestrojuan, vescovo di David (Panama), la vera sorpresa.
Fra gli emeriti, finalmente sarà cardinale mons. Luigi De Magistris, 88 anni, pro-prefetto emerito del Tribunale della Segnatura Apostolica, al vertice dal 2001 al 2003 e mai creato cardinale, unico caso da secoli, che all'epoca suscitò sorpresa (in quegli anni Giovanni Paolo II non creò cardinali, ma nel 2004, il suo ultimo concistoro, a sorpresa lo escluse). Porpora anche per mons. Josè de Jesus Pimiento Rodriguez, arcivescovo emerito di Manizales, (Bolivia), il più anziano (95 anni), l'arcivescovo Karl Joseph Rauber, tedesco, nunzio per anni in vari Paesi europei, mons. Luis Hector Villalba, arcivescovo emerito di Tucumàn (Argentina) e mons. Julio Duarte Langa, vescovo emerito di Xai-Xai (Mozambico).
In totale, il papa derogherà il numero massimo di elettori (120) fissato da Paolo VI, arrivando a quota 125 (secondo numero di tutti i tempi, Giovanni Paolo II arrivò a 135). Aggiungendo i 103 emeriti (record), si giunge al numero di 228 cardinali, record assoluto.
In totale, il papa derogherà il numero massimo di elettori (120) fissato da Paolo VI, arrivando a quota 125 (secondo numero di tutti i tempi, Giovanni Paolo II arrivò a 135). Aggiungendo i 103 emeriti (record), si giunge al numero di 228 cardinali, record assoluto.
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