Prima di Robert Francis Prevost, altri 13 Papi hanno scelto il nome di Leone. Ecco la loro storia.
Leone V - 118° Papa (903)
Di Leone V sappiamo che era nativo di Ardea, circa 40 km a sud di Roma, e che era monaco benedettino nel monastero di Brandallo (non sappiamo se cardinale) quando venne eletto come successore di Benedetto IV a luglio del 903 (non sappiamo il giorno esatto).
Era ancora il periodo delle lotte tra la fazione favorevole a Papa Formoso e quella del suo successore Stefano VI e la scelta ricadde, per la prima volta, su un esponente che non faceva parte del clero di Roma.
Tuttavia, dopo appena 2 mesi di pontificato, Leone V venne deposto dall'antipapa Cristoforo, arciprete di San Lorenzo in Damaso e che era stato ordinato sacerdote dallo stesso Leone.
Non è chiaro il motivo di questo cambio di regime. Alcuni storici suppongono che ci fosse stata una spaccatura nel clero di Roma e l'operazione sia stata architettata perché una parte dei sacerdoti accettava che un non romano sedesse sul Trono di Pietro.
Questa anomala deposizione ha portato anche ad alcuni problemi riguardo alla durata del suo pontificato. Essendo Cristoforo considerato un antipapa, infatti, il pontificato di Leone V verrebbe prolungato fino alla sua morte in carcere, visto che quando il legittimo successore Sergio III si insediò, Leone V era già morto.
Ciò che è sicuro è che Leone V morì dopo breve tempo in prigione. Secondo alcuni, fu assassinato dallo stesso Cristoforo, che a sua volta sarà giustiziato da Sergio III nel 904. Secondo altri, Leone V fu ucciso insieme al deposto Cristoforo mentre entrambi si trovavano in prigione per ordine di Sergio III, esponente, al contrario dei due predecessori, della fazione di Papa Stefano VI. Si ritiene che Leone V sia stato sepolto nel Laterano.
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Leone VI - 123° Papa (928)
Di nobile famiglia, probabilmente romana, suo padre era un giurista e si chiamava Cristoforo. Forse apparteneva alla famiglia Gemina, detta poi Sanguigna, che sarà parte del patriziato romano per i secoli successivi.
La Chiesa e l'Italia centrale erano nel caos dopo la fine violenta del pontificato di Giovanni X. Il 7 aprile 924 venne assassinato a Verona Berengario I del Friuli, che aveva conquistato i territori ex carolingi in Italia, si era proclamato Imperatore del Romani ed era protettore dello Stato Pontificio, da parte della fazione che sosteneva Rodolfo di Borgogna. La successione gettò gettò nel caos più completo l'Italia e permise all'aristocrazia romana di prendere il sopravvento sul Papa.
Il nuovo re d'Italia, Ugo di Provenza, venne quindi eletto a Pavia nel luglio 926 senza chiedere l'assenso di Giovanni X, che decise di inviare a Pisa dei legati che attestarono comunque il riconoscimento dell'elezione. Re e Papa s'incontrarono poi quindi a Mantova, per discutere della situazione politica italiana e della possibile incoronazione di Ugo come nuovo Imperatore.
Durante il viaggio, tuttavia, la nobile Marozia, mente di una congiura contro Giovanni X, e il secondo marito Guido, Duca di Toscana e fratello di Ugo di Provenza, organizzarono una rivolta e chiusero le porte di Roma al Papa, al Re e a Pietro, fratello del Papa e Duca di Spoleto. Ugo di Provenza, di fronte a una situazione che vedeva coinvolti il fratello e la cognata, preferì non intervenire e tornò a Pavia. Marozia e Guido occuparono quindi il Palazzo del Laterano. Pietro scelse di rifugiarsi a Orte e chiamò in aiuto gli Ungari, che liberarono Roma dai congiurati.
Rientrato a Roma nel maggio 928, Pietro fu tuttavia assassinato davanti al Laterano sotto gli occhi del fratello da una fazione di romani che era scontenta perché era stato permesso a orde barbariche di entrare a Roma e Marozia e Guido ripresero il controllo della città. Di nuovo Ugo, Re d'Italia, preferì non intervenire. Nel maggio 928 Giovanni X fu catturato a Orte per ordine di Marozia, condotto a Roma e rinchiuso a Castel Sant'Angelo, dove morì in data ignota pochi mesi dopo, quasi certamente assassinato per ordine di Marozia e Guido. Venne scritto che il Papa fu soffocato con un guanciale dallo stesso Guido o che fosse morto per inedia o strangolamento.
Nel frattempo, incarcerato Giovanni X, il clero di Roma si riunì per eleggere il nuovo Papa. Nell'elezione influì certamente Marozia che, dopo la morte del padre Teofilatto, aveva assunto anche il titolo di senatrice e patrizia e di fatto governava la città. Fu proprio Marozia a presentare Leone, cardinale diacono di Santa Susanna, come il candidato voluto dallo stesso Giovanni X, che, a suo dire, lo aveva designato in punto di morte come suo successore. Il 27 maggio 928 Leone VI venne quindi eletto Papa, mentre il suo predecessore era ancora vivo e in carcere. Marozia aveva caldeggiato l'elezione di un candidato ad interim in attesa che Giovanni, suo figlio, avesse raggiunto la maggiore età e fosse stato quindi candidabile.
Di Leone VI è arrivata fino a noi solo una lettera, in cui il Papa si rivolge ai vescovi Firmino di Zara, Gregorio di Nona e ad altri vescovi della Dalmazia e della Croazia, affinché obbediscano all'arcivescovo di Spalato Giovanni, al quale aveva inviato un pallio, segno del riconoscimento papale della sua autorità.
Leone VI morì tra dicembre 928 e gennaio 929, dopo appena sette mesi di papato, e fu sepolto in San Pietro. Il suo predecessore era ancora vivente quando venne eletto come nuovo Papa Stefano VII.
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