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I Papi Leone - 5

Prima di Robert Francis Prevost, altri 13 Papi hanno scelto il nome di Leone. Ecco la loro storia.

Leone IX - 152° Papa (1048 - 1054)

Bruno von Egisheim-Dagsburg, tedesco, fu Papa dal 1048 al 1054. Tedesco, eletto sotto la pressione del Sacro Romano Impero, pose le basi per lo Scisma d'Oriente, ma morì 3 mesi prima. Dal 1087 è venerato come santo

Bruno von Egisheim-Dagsburg nacque ad Egisheim il 21 giugno 1002. Proveniva da una nobile famiglia dell'Alsazia, gli Eticonidi: il padre era Ugo IV di Nordga, conte di Nordgau e di Eguisheim, imparentato con l'Imperatore Corrado II, e la madre era Edvige di Dabo, contessa di Dabo. Bruno ricevette una completa istruzione a Tull, in Lorena, all'epoca ducato tedesco, città in cui divenne poi sacerdote e, nel 1026, vescovo. Mantenne sempre ottimi rapporti con gli Imperatori Corrado II ed Enrico III, diventando il loro referente in Alsazia; allo stesso tempo, crebbe la sua fama di vescovo serio e riformatore, impegnato a diffondere la rigida regola monastica dell'ordine di Cluny, che aveva riportato ordine e decoro nei costumi ecclesiastici.
Come per il suo predecessore Damaso II (anch'egli tedesco, al secolo Poppo Von Brixen), morto dopo appena 17 giorni di pontificato, si riunì a Worms una dieta di ecclesiastici e dignitari imperiali, sotto il patrocinio dell'Imperatore Corrado III. A dicembre 1048, questa assemblea elesse Bruno al Soglio Pontificio, pur non essendo cardinale; il neoeletto chiese, come condizione per la sua accettazione, di poter andare a Roma per essere eletto canonicamente dal clero e dal popolo della città, come i suoi predecessori. Tra i suoi assistenti c'era anche un giovane monaco toscano Ildebrando di Soana, che diventerà poi a sua volta Papa come Gregorio VII. Arrivato a Roma in abiti da pellegrino, venne accolto solennemente dal clero riunito che lo confermò Papa e, alla sua consacrazione, assunse il nome di Leone IX, implicitamente legittimando il pontificato di Leone VIII, nonostante fosse stato prima imposto dall'Imperatore Ottone I e poi deposto e reinsediato sul trono.
Uno dei suoi primi atti pubblici fu quello di tenere il consueto Sinodo di Pasqua del 1049, nel quale confermò il celibato ecclesiastico per chiunque fosse almeno suddiacono e nel quale stabilì che per ogni vescovo che avesse comprato la nomina la pena era la decadenza dalla carica. Il resto dell'anno fu occupato da un viaggio tra Italia, Germania e Francia, che avrebbe ripetuto altre volte durante il suo pontificato. Erano 250 anni che un Papa non valicava le Alpi.
Dopo aver presieduto un Sinodo a Pavia, Leone IX incontrò l'Imperatore Enrico III in Sassonia e lo accompagnò a Colonia e ad Aquisgrana. Alla presenza dell'Imperatore, presiedette un Concilio anche a Magonza, al quale presero parte rappresentanti del clero italiano, francese e tedesco, e rappresentanti dell'Imperatore d'Oriente, in cui simonia e matrimonio del clero furono le questioni principali.
Dopo il suo ritorno a Roma tenne un nuovo Sinodo di Pasqua che si aprì il 29 aprile 1050, occupato principalmente dalla controversia sugli insegnamenti di Berengario di Tours. Berengario, in particolare, partendo dalle nozioni aristoteliche di sostanza e accidente, affermava che se una sostanza scompare, scompaiono anche le sue proprietà, intrinsecamente legate a essa: se nell'Eucaristia il pane e il vino scomparissero e fossero sostituite dal corpo e sangue di Gesù, dovrebbero scomparire le proprietà accidentali, come sapore, odore e colore. Dal momento che questo non avviene, la completa transustanziazione non è possibile che avvenga. Per Berengario, il pane e il vino erano soltanto un simbolo di realtà spirituali, un sacramento nel senso di segno visibile che ci permette di afferrare l'idea della Passione di Cristo. Berengario ritratterà poi le sue conclusioni nel Concilio di Tours del 1055. Leone IX convocò un altro Sinodo a Roma nel 1051 in cui riaffermò il divieto dei rapporti coniugali ai presbiteri e ai diaconi e ordinò che le concubine del clero di Roma fossero confinate al palazzo Lateranense come servitrici.
Nel 1052 Leone IX ripartì per la Germania e raggiunse l'Imperatore Enrico III a Worms, dove cercò invano di assicurare l'unione degli ungheresi alla sede di Roma. 

Leone IX morì il 19 aprile 1054, a quasi 52 anni, dopo 6 di pontificato. Visto che le trattative per l'elezione del successore andavano per le lunghe, la delegazione inviata a trattare con il Patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario prese l'iniziativa e, il 16 luglio 1054, lo scomunicò, atto che il Patriarca ricambiò 4 giorno dopo. È il cosiddetto Scisma d'Oriente, che portò alla divisione tra Chiesa cattolica e ortodossa, che perdura tutt'oggi

Dopo un quarto Sinodo di Pasqua nel 1053 Leone IX, evidentemente non fidandosi pienamente dell'Imperatore Enrico III, preoccupato dell'avanzata normanna in Sud Italia, si alleò con l'Impero d'Oriente e mise insieme un esercito di volontari italiani e tedeschi per muovere loro guerra, che venne sconfitto nella Battaglia di Civitate del 15 giugno 1053.
Leone IX rimase comunque colpito quando, nell'uscire dalla città per incontrare il nemico, venne ricevuto dai normanni vincitori con atteggiamento di sottomissione. I normanni, anziché dettare condizioni, gli chiesero di rimuovere l'interdetto nei loro confronti; in cambio, gli avrebbero venne giurata fedeltà come cattolici. Tuttavia, per 9 mesi (dal giugno 1053 al marzo 1054) il Papa venne detenuto a Benevento come prigioniero illustre e liberato solo dopo un accordo con Umfredo e Roberto d'Altavilla, capi dei normanni, che accettarono di restituire il Sud Italia allo Stato Pontificio, conquistato nel 731 e amministrato con usi religiosi bizantini. Leone IX cominciò così la rilatinizzazione del clero del Sud Italia e si legò sempre più strettamente ai normanni, diventati nuova potenza territoriale e non più alleati dell'Impero d'Oriente. Il primo atto di Leone IX fu quello di nominare Umberto di Silva Candida arcivescovo di Palermo nel 1050; tuttavia, non riuscì a prendere possesso della sede per l'ostilità della popolazione e rimase a Roma come consigliere.
Il Patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario reagì alla sottrazione della Chiesa del Sud Italia chiudendo tutte le chiese latine della capitale bizantina nel 1053, ottenendo in risposta una lettera di Leone IX che condannava le azioni contro la Chiesa latina e giustificava l'adozione del rito latino nel Sud d'Italia. Il Papa inviò una delegazione a Costantinopoli guidata dal cardinale Umberto, composta anche dal 
vescovo di Amalfi Pietro e da Federico di Lorena, futuro Papa Stefano IX
I legati arrivarono a Costantinopoli e vennero accolti, con loro grande sorpresa, dalla notizia della morte del Papa. 
Leone IX, appena tornato a Roma, era infatti improvvisamente spirato il 19 aprile 1054, a quasi 52 anni, dopo 6 anni e 2 mesi di pontificato. Sul letto di morte, le sue ultime parole furono rivolte a Dio affinché "i fedeli beneventani che in tuo nome si addossarono la mia cura così onestamente e mi servirono così abbondantemente, e tutti gli altri fedeli, Egli si degnasse di benedire e di preservare".
In assenza del Papa, fu l'Imperatore d'Oriente Costantino IX a tentare una mediazione. Siccome la vacanza della sede papale a Roma si prolungava, il 16 luglio 1054, 3 mesi dopo la morte di Leone IX, i legati presero l'iniziativa, entrarono nella Basilica di Santa Sofia e pronunciarono un anatema contro il Patriarca Michele Cerulario e tutti i suoi sostenitori (non contro l'intera Chiesa bizantina) e ripartì da Costantinopoli. Il 20 luglio il Patriarca contraccambiò l'anatema. Queste scomuniche incrociate, benché personali, determinarono lo scisma tra la Chiesa d'Oriente e quella d'Occidente e la nascita di una Chiesa cattolica e una ortodossa, che dura fino ai giorni nostri. A settembre, dopo 5 mesi di dieta imperiale, veniva eletto Papa un altro nobile tedesco, Gebhard von Calw-Dollnstein-Hirschberg, che prese il nome di Vittore II. Nel 1087 Vittore III proclamò santo Leone IX.

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Leone X - 217° Papa (1513 - 1521)

Leone X, al secolo Giovanni de' Medici, è invece uno dei Papi più famosi del Rinascimento. Giovanni, nato l'11 dicembre 1475, era il quarto figlio (secondo maschio) di Lorenzo il Magnifico, Signore di Firenze, e Clarice Orsini, che lo destinarono fin da subito alla carriera ecclesiastica, confidando che grazie all'influsso della loro potente famiglia sarebbe arrivato a raggiungere alti incarichi. Ad appena 7 anni Giovanni ricevette la tonsura e venne nominato protonotario apostolico e ad appena 8 anni venne nominato da Innocenzo VIII abate titolare di Montecassino e di Morimondo, ricevendo le relative rendite ecclesiastiche.
Innocenzo VIII, il genovese Giovanni Battista Cybo, eletto nel 1484, era legato personalmente a Lorenzo il Magnifico da eccellenti relazioni personali. Tre anni dopo la sua elezione al papato, nel 1487, Maddalena, sorella maggiore di Giovanni, ad appena 14 anni era andata in sposa a Franceschetto Cybo, 40enne figlio del Papa.
Nel concistoro dell'8 marzo 1489, ad appena 13 anni, Giovanni de' Medici venne così creato cardinale diacono di Santa Maria in Domnica ma con la proibizione di vestire le insegne cardinalizie per 3 anni, in ragione della giovane età e venne inviato a Pisa a studiare teologia e diritto canonico. 
Il 9 marzo 1492, a 16 anni, in obbedienza alla decisione del Papa, vestì le insegne cardinalizie presso la Badia di Fiesole e si trasferì a Roma, venendo nominato Legato di Viterbo. Un mese dopo, l'8 aprile 1492, Lorenzo il Magnifico moriva nella sua villa di Careggi a soli 43 anni, lasciando Firenze in eredità al primogenito Piero, fratello maggiore di Giovanni, che aveva solo 20 anni.

Leone X, al secolo Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, fu Papa dal 1513 al 1521, l'ultimo diacono al momento dell'elezione. Era cardinale dall'età di 13 anni ed era al suo 4° Conclave. Anche il cugino Giulio (alla sua destra nel ritratto) diventerà poi Papa, suo bi-successore, come Clemente VII


Il 25 luglio, 3 mesi dopo, nel giorno esatto del 60° compleanno, moriva anche Innocenzo VIII dopo quasi 8 anni di pontificato. A soli 16 anni Giovanni partecipò così al suo primo Conclave, che vide l'11 agosto successivo l'elezione del cardinale spagnolo Roderic Llançol de Borja (Rodrigo Borgia) con il nome Alessandro VI, ostile a Firenze e ai Medici. Subito dopo il conclave, infatti, Giovanni lasciò Roma per tornare in Toscana.
Nel 1494, dopo appena due anni, il Re di Francia Carlo VIII, alleato del Papa, calò in Italia, prese Firenze ed espulse la famiglia Medici. Giovanni fuggì di notte vestito da frate francescano, mentre a Firenze si instaurò una Repubblica. Giovanni, Piero e il cugino Giulio 
vennero accolti a Urbino, ma Giovanni si trasferì ben presto a Bologna prima di fuggire in Germania, Paesi Bassi e Francia.
A Rouen il cardinale fu arrestato, insieme al cugino Giulio, e riuscì ad essere liberato solo grazie alle garanzie offerte da Piero de' Medici al Re di Francia. Solo in occasione del Giubileo del 1500, venuta meno l'ostilità di Alessandro VI, e decise di stabilirsi a Roma a Palazzo Medici, l'attuale Palazzo Madama, sottraendosi per quanto possibile alla pubblica attenzione per non rinfocolare l'astio del Papa, dedicandosi agli studi letterari e raccogliendo intorno a sé letterati e poeti.
Il 1503 fu poi un anno di ulteriori cambiamenti. Il 18 agosto, a 72 anni, moriva Alessandro VI, dopo 11 anni di pontificato, probabilmente per un colpo apoplettico dovuto alla malaria che d'estate flagellava Roma. Il 22 settembre il Conclave elesse come suo successore Francesco Nanni Todeschini Piccolomini, che prese il nome di Pio III ma morì dopo appena 26 giorni, a 64 anni, a causa di un'ulcera alla gamba. Giovanni de' Medici, a 28 anni, partecipava quindi al suo terzo Conclave, concluso con l'elezione di Giuliano Della Rovere, che prese il nome di Giulio II.
Il 28 dicembre 1503, poi, a soli 31 anni, morì il fratello maggiore Piero de' Medici, annegato nel fiume Garigliano insieme all'equipaggio della sua barca durante uno spostamento dell'esercito francese, a cui Piero si era unito. Giovanni diventava così capo della famiglia Medici, incarico che ben presto lasciò al fratello minore Giuliano, all'epoca 24enne.
Giovanni De' Medici nel 1511 venne inviato come Legato pontificio in Romagna, residente sede a Bologna, da cui assistette alle vicende militari alimentate dal bellicoso 
Giulio II che, per contrastare i francesi di Luigi XII, che si tratteneva in Italia, il 1º ottobre 1511 costituì una Lega Santa, alla quale aderirono Inghilterra, Sacro Romano Impero, Castiglia, Aragona e Venezia. L'11 aprile 1512 i due eserciti si scontrarono nella sanguinosa Battaglia di Ravenna, vinta dalla Francia. Il cardinale de' Medici, che vi assisteva, venne fatto prigioniero. I francesi decisero di portarlo in Francia come ostaggio, ma durante l'attraversamento del Po, si gettò dalla barca e riuscì a fuggire a nuoto, riparando nuovamente a Ravenna.
Giulio II, per ostacolare i francesi in Italia, cercò quindi di destabilizzare uno dei loro principali alleati, cioè la Repubblica di Firenze, favorendo la restaurazione dei Medici. Il generale pontificio Raimondo de Cardona assegnò quindi alcune truppe al comando di Giovanni de' Medici, capo della casata, che entrarono in Toscana e assediarono la città di Prato, alla cui capitolazione seguì una tragica devastazione durata 21 giorni, il Sacco di Prato.
Temendo che Firenze potesse seguire la stessa sorte, abbandonato da Luigi XII, il governo repubblicano si consegnò volontariamente al cardinale de' Medici, che il 
14 settembre 1512, riprese il controllo della città, pur mantenendone le istituzioni repubblicane, insieme al fratello Giuliano. Giovanni e il fratello Giuliano si prodigarono per sedare le tensioni e gli odi e tentare di rappacificare le fazioni.
Il 23 febbraio 1513, dopo un decennio di pontificato, Giulio II morì a 69 anni 
a causa di una febbre influenzale causata dalla sifilide, venendo sepolto nel celebre monumento funebre di Michelangelo in San Pietro in Vincoli, anche se non ancora completato. Il 9 marzo iniziava il Conclave, il quarto della carriera cardinalizia di Giovanni de' Medici, che riuscì a porsi come figura conciliante tra le varie fazioni. La popolarità del cardinale de' Medici era talmente alta che venne eletto Papa al primo scrutinio, assumendo il nome di Leone X, ben 459 anni dopo la morte del precedente Leone. Aveva appena 37 anni: dopo di lui, solo il il cugino Clemente VII sarà l'unico a venire eletto a meno di 50 anni. Il nuovo Papa era nemmeno sacerdote ma appena diacono (altro fatto che non si verificherà mai più): il 13 marzo venne quindi ordinato sacerdote e vescovo dal Decano del Collegio Cardinalizio Raffaele Sansone Riario e incoronato il 19 marzo.
Leone X si presentò subito come un Papa conciliante, concedendo il perdono ai 4 cardinali che avevano aderito al conciliabolo di Pisa, un piccolo Sinodo riconvocato varie volte senza alcun risultato da Luigi XII, colpito da un interdetto di Giulio II per ragioni politiche, in cui si era perfino tentato di eleggere un antipapa. Leone perdonò Pompeo Colonna, che nel 1511, pensando che Giulio II stesse morendo, aveva tentato di provocare un'insurrezione popolare per instaurare una repubblica a Roma. Perdonò anche due i congiurati Boscoli e Capponi che, con la complicità di 
Niccolò Machiavelli, avevano ordito una fallita congiura contro di lui a Firenze. Nel 1517 portò inoltre a termine il Concilio Lateranense V, iniziato dal predecessore, che prese importanti decisioni in materia teologica, amministrativa ed economica.

Francesco I fu Re di Francia dal 1515 al 1547, il primo della dinastia dei Valois-Angouleme. Leone X diede in sposa il fratello Giuliano de' Medici a Filiberta di Savoia, sorella della madre dell'allora principe, per assicurarsi l'alleanza con la Francia, con cui stipulò il Concordato di Bologna nel 1516

Sul piano politico, le potenze europee erano nel pieno delle Guerre d'Italia, una serie di conflitti lunga 60 anni per la supremazia dell'Europa. Contrariamente a Giulio II, inizialmente Leone X mantenne un atteggiamento pacifista e neutrale, con l'obiettivo era quello di unire le potenze cristiane in una lega per combattere i turchi. Nel 1513, però, il Re di Francia Luigi XII si alleò con la Serenissima, per riconquistare Milano. Pochi mesi dopo, Leone X prese la decisione di aderre alla Lega di Malines, formata da Sacro Romano Impero, Spagna e Inghilterra, che a Novara, il 6 giugno 1513 sconfiggerà milanesi e francesi.
A partire dal 1514, tuttavia, Leone X scelse di operare un cambio di rotta e  avvicinarsi alla Francia. Come capo della casata Medici, fece sposare il fratello Giuliano con Filiberta di Savoia, sorella di Luisa di Savoia, moglie di Carlo di Valois, zia dell'erede al trono di Francia, visto che Luigi XII, cugino di Carlo, non aveva figli maschi. Giuliano, tuttavia, morirà dopo appena un anno di matrimonio, a soli 37 anni per una malattia ereditaria. Lasciava solo un figlio illegittimo, Ippolito, che Leone X adottò come membro della famiglia e avviò alla carriera ecclesiastica. Signore di Firenze divenne quindi il cugino del Papa, Giulio de' Medici, che era però sacerdote e che Leone X nominò arcivescovo e cardinale (sarà poi Papa Clemente VII). 
Nel 1515 Francesco I divenne Re di Francia e con la Battaglia di Marignano riconquistò Milano. 
Leone X avviò quindi dei negoziati con il Re, acerrimo nemico di Giulio II, per porre fine al conflitto tra Stato e Chiesa in Francia. Dal 1438, infatti, era in vigore la Prammatica Sanzione emanata da Carlo VII, in base alla quale il Re si dichiarava guardiano dei diritti della Chiesa nazionale e pertanto libero di prendere decisioni che sarebbero spettate solo al Papa. Il 18 agosto 1516 Leone X firmò quindi un Concordato a Bologna con il rappresentante del Re di Francia Antonio Duprat, futuro vescovo e cardinale, con il quale la Santa Sede rinunciava ai territori di Parma e Piacenza e in cambio della revoca della Prammatica Sanzione, che verrà poi ratificato anche dal Concilio. Il Concordato prevedeva anche il riconoscimento della Chiesa gallicana di Francia come cattolica. 
Ai Re di Francia fu concessa la facoltà di nominare vescovati, arcivescovati, abbazie e priorati in Francia. In cambio, Francesco I si impegnava a proteggere Firenze, assegnata quindi al fratello Giuliano come nuovo capo della casata Medici, e il Papa rinunciava a Parma e Piacenza, confluite nel Ducato di Milano, e si impegnava a restituire Modena e Reggio Emilia alla famiglia Este. Il Concordato di Bologna rimarrà in vigore per più di 2 secoli, fino alla soppressione della Chiesa in Francia dopo la Rivoluzione francese.
Francesco I lasciò anche indifeso il Ducato di Urbino e il suo duca Francesco Maria della Rovere, nipote di Giulio II, che Leone X dichiarò decaduto. Nell'agosto 1516 Lorenzo de' Medici, nipote di Leone X, figlio del defunto fratello Piero, conquistò Pesaro e Urbino e si proclamò Duca. Tuttavia Della Rovere organizzò una controffensiva in cui riconquistò il potere tranne alcuni territori come Mondaino, Gradara, Senigallia e Pesaro, rimasero sotto il dominio dei Medici. Nel 1519, a soli 26 anni, Lorenzo moriva di sifilide e i territori passarono all'erede più vicino, ossia lo stesso Papa, che li incamerò nello Stato Pontificio. 

La Loggia di Raffaello è una delle tre del Palazzo Apostolico, al secondo piano, l'unica ad essere stata affrescata da lui in persona, tra il 1517 e il 1519, e non dalla sua bottega. Due secoli dopo, Caterina II di Russia ne farà realizzare una copia fedele nel Palazzo d'Inverno a San Pietroburgo

Nell'agosto del 1516, nel frattempo, il giovane Re di Spagna Carlo I d'Asburgo, che 3 anni dopo diventerà Imperatore come Carlo V, e Francesco I stipularono il Trattato di Noyon, che prevedeva la spartizione dell'Italia: il nord rimaneva nelle mani dei francesi mentre il sud sarebbe passato agli spagnoli. Il Trattato di Cambrai del 1517 confermò l'alleanza tra le due maggiori potenze europee, ma il conflitto tra i due Stati, entrambi cattolici, presto si riaccese.
Leone X inizialmente stipulò alleanze segrete con entrambi ma, dopo l'elezione imperiale di Carlo V, nel 1519, decise di cambiare ancora alleanze e schierarsi apertamente dalla sua parte. Entrambi, infatti, erano nemici sia dei turchi che dei luterani, che a Francesco I non interessavano. Carlo V, in cambio dell'alleanza, concesse protezione e sostegno alla signoria medicea di Firenze e la libertà, per il Papa, di consolidare il proprio dominio territoriale sull'Italia centrale. Nell'autunno 1521 partì quindi un'offensiva dell'esercito spagnolo e pontificio contro Milano guidata da Prospero Colonna, che il 21 novembre 1521 entrò in città e venne accolto in maniera trionfale.
Nel mentre il cardinale Alfonso Petrucci, estromesso dal potere a Siena dal cugino Raffaele, vescovo di Grosseto e alleato del Papa, ordì una congiura per assassinare papa Leone X mediante avvelenamento. Petrucci arrivò a corrompere il medico personale del Papa, Giovanni Battista da Vercelli, ma la congiura fu scoperta perché un inviato di Leone X riuscì a intercettare una lettera di Alfonso al suo segretario particolare. Leone X non mostrò pietà per il cardinale: arrestato e condotto a Roma, fu giustiziato in Castel Sant'Angelo per strangolamento il 16 luglio 1517, seguito dal suo segretario e il medico del papa per squartamento. Altri quattro cardinali risultarono in seguito coinvolti nella congiura, Raffaele Riario, Bandinello Sauli, Francesco Soderini e Adriano Castellesi, ma vennero solo condannati al pagamento di una multa.

Martin Lutero, monaco agostiniano, affisse le sue 95 Tesi a Wittenberg per protesta contro l'accordo tra Leone X e l'arcivescovo di Magonza Alberto di Hohenzollern per la vendita delle indulgenze. Nel 1520 venne scomunicato da Leone X e per tutta risposta bruciò la bolla papale nella pubblica piazza, dando inizio alle guerre di religione in Germania

Leone X, per sostenere i suoi progetti, si ritrovò però alla costante ricerca di denaro. Il Papa fece quindi un accordo in Germania coll'arcivescovo di Magdeburgo e Halberstadt, Alberto di Hohenzollern per proseguire con i lavori della Basilica di San Pietro. Leone X accettò da Alberto la somma di 10.000 ducati in cambio della nomina ad arcivescovo di Magonza. Alberto si era fatto prestare la somma dal celebre banchiere Jakob Fugger e, perché potesse restituirla, il Papa gli diede il privilegio di dispensare l'indulgenza nei suoi territori per 6 anni in vece della Santa Sede, versando metà del ricavato al Papa per San Pietro e l'altra metà a Fugger come restituzione del prestito.
Sarà questo accordo a suscitare l'indignazione del frate agostiniano Martin Lutero, che nel 1517 affisse le celebri 95 Tesi sulle indulgenze, dando il via alla rivoluzione protestante, che Leone X inizialmente sottovalutò. Solo dopo 3 anni, il 15 giugno 1520, Leone X con la bolla Exsurge Domine condannò in 41 proposizioni le tesi di Lutero, minacciandolo di scomunica. Per tutta risposta, Lutero ignorò la bolla e il 10 dicembre, la bruciò pubblicamente nella piazza di Wittenberg, ottenendo, il 3 gennaio 1521 la scomunica del Papa con la bolla Decet Romanum Pontificem.
Leone X, in campo artistico, commissionò a Raffaello gli affreschi della Loggia, al secondo piano del Palazzo Apostolico, e a Michelangelo la Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo a Firenze, dove fece posizionare le tombe del padre Lorenzo e dello zio Giuliano.
Pochi giorni dopo l'ingresso delle truppe spagnole e pontificie a Milano, il 1º dicembre 1521 Leone X morì improvvisamente per un malore a 46 anni, dopo nemmeno 9 anni di pontificato. Inizialmente venne arrestato un coppiere con l'accusa di avvelenamento, ma non si trovarono sufficienti prove. Il Papa venne sepolto nella Basilica di Santa Maria Sopra Minerva; il 9 gennaio verrà eletto Papa, con scelta inedita, l'olandese Adriaan Florenszoon Boeyens d'Edel, che prese il nome di Adriano VI. Il 19 novembre 1523, dopo la fine del suo breve pontificato, verrà poi eletto Papa Giulio de' Medici, cugino di Leone X, che assumerà il nome di Clemente VII.

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