E' arrivata oggi la decisione del Capitolo Superiore
P. RICCARDO LUCA GUARIGLIA NUOVO ABATE DI MONTEVERGINE
47 anni, dovrà completare l'assestamento dei conti. E ora si guarda a Montecassino
Non sono solo i vescovi ad avere potere su parrocchie e religiosi, talvolta sono anche monaci, più precisamente abati, le cui competenze escono dalle mura dell'abbazia di cui sono a capo. Da tempo si parla della soppressione delle cosiddette abbazie territoriali, oggi ridotte a entità quasi solo simboliche, ma proprio oggi il Capitolo Superiore dell'Abbazia di Montevergine, vicino a Benevento, ha ufficializzato la nomina del nuovo abate, P. Riccardo Luca Guariglia, 47 anni, frate da ventuno, sacerdote da quattordici. Avrà giurisdizione su una sola parrocchia, 16 sacerdoti e 29 religiosi, molto pochi. Ma quel luogo, il santuario della Vergine, di importanza storica ne ha parecchia. Fondato nel 1126 da S. Guglielmo da Vercelli, dal 1879 è esente da giurisdizioni episcopali per la sua importanza storica. Durante la Seconda Guerra Mondiale Pio XII e Vittorio Emanuele III decisero di nascondere proprio nel santuario la Sacra Sindone, ancora di proprietà dei Savoia per proteggerla sia dai bombardamenti sia dal desiderio di Hitler di possederla. Dal 2005 il territorio dell'abbazia è limitato al solo santuario, rendendola di fatto un'entità solo formale, ma ciò non è bastato ad evitare profondi dissesti economici, che spinsero alle dimissioni nel 2006 l'abate Tarcisio Giovanni Nazzaro, sostituito da P. Beda Umberto Paluzzi, ritiratosi ad aprile a 78 anni dopo tre di proroga da parte della Santa Sede proprio per aggiustare i conti, opera che dovrà essere proseguita dal nuovo abate.
La Santa Sede ha però molti altri casi in Italia più importanti, come le successioni a Palermo, Bologna, Tortona, Foggia, Senigallia, Faenza e Cosenza e la vacanza di Ozieri, Piana degli Albanesi, Acerenza, Pistoia, Ariano Irpino e delle due abbazie di Grottaferrata e, soprattutto, Montecassino, la più famosa, in cui l'impasse non sembra avere fine.
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